top of page

Eni e i maxi profitti dell’energetico

L’azienda/Bilanci oltre le attese grazie a Produzione ed Esportazione



di Stefania di De Francesco

ROMA. Utili di dimensioni che non si vedevano dal 2012 per Eni, che nel 2021 ha colto la ripresa economica mettendo a segno risultati andati oltre le attese degli analisti. Forte il settore “Esplorazione e produzione di idrocarburi” (E&P) che fornisce risorse per investire nei business della transizione energetica come Plenitude - la società che integra rinnovabili, vendita retail di energia e punti di ricarica per veicoli elettrici - per decarbonizzare il portafoglio clienti Eni. Del preconsuntivo del 2021 gli esperti hanno evidenziato tra le buone performance anche il calo del debito e flussi di cassa forti. Il titolo ha chiuso in crescita dell’1,02%, a 13,47 euro per azione, al termine di contrattazioni in una Piazza Affari in calo (-0,61% l’indice Ftse Mib). “Risultati eccellenti” li definisce il numero uno del gruppo energetico, Claudio Descalzi spiegando che hanno “accelerato la nostra strategia di trasformazione” e sono stati ottenuti con “la rigorosa disciplina finanziaria e la riduzione dei costi messe in campo in seguito alla crisi pandemica” e “ci hanno consentito di cogliere al meglio la forte ripresa economica del 2021”. E sul prossimo futuro il manager ha assicurato che Eni è “pronta a investire sul fronte del gas in Italia. Abbiamo capacità di aumentare la produzione” che attualmente è circa 3 miliardi di metri cubi. Il preconsuntivo del bilancio 2021 indica l’utile netto adjusted, cioè depurato delle componenti straordinarie, di 4,7 miliardi di euro, il più alto dal 2012 (quando il barile di Brent era a 110 dollari rispetto ai 70 di media del 2021) mentre l’utile operativo adjusted è stato di 9,7 miliardi (+400% sul 2020). Nell’esercizio 2021 Eni ha realizzato un flusso di cassa di 12,7 miliardi che ha finanziato investimenti netti di 5,8 miliardi con una generazione di cassa organica di 7,6 miliardi in grado di coprire il pagamento dei dividendi e il buyback (in totale 2,8 miliardi), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (2,1 miliardi) e di ridurre il debito netto a 9miliardi. Confermata la proposta di dividendo di 0,86 euro per azione, di cui 0,43 euro già versati in acconto a settembre 2021. Le prospettive del business e i principali target industriali e finanziari a breve/medio e lungo termine saranno illustrati nella Strategy Presentation prevista per il 18 marzo prossimo. Fra i business di Eni traina il settore “E&P”, per “la continua ripresa dello scenario energetico” con il prezzo del Brent nel quarto trimestre a quasi 80 dollari al barile (+9% sul trimestre precedente e +80% sullo stesso periodo 2020). Nell’esercizio 2021 l’utile operativo adjusted della divisione “E&P è di 9,30 miliardi in crescita del 501% sul 2020 grazie all’incremento dei prezzi di realizzo (+80% e +77% rispettivamente per liquidi e gas) parzialmente compensati dai minori volumi prodotti. L’anno scorso la produzione di Eni è stata di 1,7 milioni di barili al giorno (scoperti oltre 700 milioni di barili al giorno di nuove risorse). Ottima performance del “Global gas & Power” nel quarto trimestre con un Ebit di 536 milioni di euro (+486 milioni rispetto al terzo trimestre 2021), che ha fatto leva sulle ottimizzazioni di portafoglio e le rinegoziazioni contrattuali, spiega la nota del Cane sei zampe. Plenitude, per cui è stato avviato l’iter di quotazione, ha raggiunto oltre 10 milioni di clienti (+4% ripetto a fine 2020) e la capacità installata da fonti rinnovabili è più che triplicata a circa 1,2 Gw (oltre 2 GW inclusi gli asset in costruzione). Nel portafoglio up- stream nuovo valore è dato dalla recente quotazione di Vår Energi alla borsa norvegese, la più grande Ipo di una società Oil&Gas da oltre un decennio.

Comments


bottom of page