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Ergastolo ai 'giustizieri' del jogger afroamericano

Pugno duro per i tre bianchi che inseguirono e uccisero Arbery



WASHINGTON, 08 GEN - Lo hanno definito "un linciaggio dei tempi moderni", perpetrato "alla luce del sole". Ed è avvenuto in Georgia, uno degli stati del sud con alle spalle una storia di razzismo con cui ancora oggi l'America si trova a fare i conti. I tre uomini bianchi che senza alcun valido motivo hanno inseguito, bloccato e ucciso Ahmaud Arbery - insieme a George Floyd divenuto il simbolo del movimento Black Lives Matter - sono stati adesso condannati all'ergastolo da una corte statale. Una pena esemplare, a cui potrà presto aggiungersi una condanna altrettanto severa nell'aula del tribunale federale in cui dovranno rispondere dell'accusa di crimine d'odio a sfondo razziale. I tre 'giustizieri' pensavano di poter dettare legge nel proprio quartiere e di avere il diritto di vigilare armi in pugno sulla strade del vicinato. Arbery era uno studente afroamericano, aveva 25 anni e quella mattina del 23 febbraio del 2020 stava facendo jogging intorno casa, come spesso capitava. La sua 'colpa' è stata quella di essersi fermato all'altezza di un edificio in costruzione. E lì che sono intervenuti Greg e Travis McMichael, padre e figlio di 65 e 35 anni, il primo ex poliziotto, accusando il giovane di aver violato una proprietà privata. Arbery ha cominciato a correre e i due presunti 'vigilantes' hanno cominciato a inseguirlo a bordo di un pick up. Una caccia all'uomo durata per ben cinque interminabili minuti, a cui si è unita una terza persona, William Bryan, 51 anni, che ha filmato tutto col suo telefonino. Alla fine Arbery, col cuore in gola, è stato fermato. Ha provato a reagire, ma lì sono partiti i tre colpi di pistola che hanno messo fine alla sua esistenza. "Lo hanno ucciso anche se stava facendo esattamente quello che volevano loro: farlo correre", le parole del padre di Ahmaud che rievocano gli orrori del passato. Alla lettura della condanna in lacrime anche la madre: "Lo hanno considerato un criminale solo perché aveva la pelle scura e i capelli ricci". McMichael padre e figlio, che hanno sempre sostenuto la tesi della legittima difesa, per i giudici non hanno mostrato alcun rimorso. Così non gli è stata riconosciuta neanche la possibilità un giorno di chiedere la libertà vigilata. Lo potrà fare, ma dopo 30 anni, Bryan in virtù della sua collaborazione con gli inquirenti. E' lui che ha fornito il video e che ha raccontato come i suoi sodali abbiano rivolto insulti razzisti ad Arbery anche dopo avergli sparato. Nelle prossime settimane attesa anche la condanna di Kim Potter, l'ex poliziotta bianca giudicata colpevole a Minneapolis della morte del giovane afroamericano Daunte Wright, ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo mentre tentava di sfuggire a un posto di blocco. Era stato fermato perché aveva appeso un Arbre Magique allo specchietto retrovisore. L'ex agente ha sempre sostenuto di aver scambiato la pistola per il taser.

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