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Etruria: consulenze; ispettore Bankitalia, in 2013 banca era ko

'In estrema criticità non poteva andare avanti da sé'




AREZZO, 10 DIC - Nuova udienza in tribunale di Arezzo del filone "consulenze d'oro" per il crac di Banca Etruria. In tutto 14 gli imputati tra cui Pier Luigi Boschi, all'epoca dei fatti vice presidente della banca, e altri 13 tra ex dirigenti e consiglieri del cda che ratificò gli incarichi messi in discussione poi dall'inchiesta. Durante l'udienza di oggi ha testimoniato in aula Emanuele Gatti, l'ispettore di Banca d'Italia che ha ricostruito la situazione affermando che "già nel 2013 la banca era in una condizione di estrema criticità incapace di andare avanti con le proprie gambe". Particolare sul quale si basa l'accusa per dimostrare che, quando furono affidati gli incarichi a legali ed advisor, il parametro di riferimento avrebbe dovuto essere quello della parsimonia e non della prodigalità, della facilità di assegnazione delle consulenze. Successivamente in aula sono stati sentiti i firmatari della relazione del servizio audit interno alla banca, sulla relazione ispettiva da loro predisposta nel 2015 su richiesta dei commissari, nella quale segnalarono alcune irregolarità e anomalie e duplicazioni nelle spese per consulenze. Sull'audit sono stati sentiti Ferruzzi (il funzionario audit che firmò la relazione) e Ciancagli, il responsabile audit. Il processo prosegue venerdì prossimo con l'ispettore Di Veglia che mise in risalto nella sua ispezione l'esplosione dei costi per le consulenze e verranno sentiti anche i primi due professionisti che percepirono le retribuzioni "d'oro"

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