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Finite le risorse, l’azienda verso la crisi

Alitalia/La situazione rischia di diventare esplosiva. I sindacati oggi in piazza, in dubbio l’operatività della compagnia


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di Chiara Munafò

ROMA. La crisi Alitalia rischia di diventare "esplosiva". È questo l'allarme dei sindacati che oggi saranno in piazza, davanti al ministero dello Sviluppo economico, con i lavoratori del trasporto aereo. Con i soldi nelle casse dell'amministrazione straordinaria "di fatto esauriti", è a rischio l'operatività della compagnia, così come buste paga di aprile, mentre Bruxelles detta condizioni per la nascita della newco Ita "inaccettabili, vessatorie e discriminatorie", secondo Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta intervenute ad un'audizione alle commissioni Trasporti e Attività produttive della Camera. Già a marzo le retribuzioni erano state pagate in ritardo ed erano scese, in alcuni casi, al di sotto dei 20 euro, con la fine dell'anticipo della cassa integrazione da parte dell'azienda. "La gestione emotiva dei lavoratori ormai è fuori controllo perché non hanno lo stipendio, non hanno una visione del futuro davanti a loro", dice il segretario nazionale Ugl Trasporto Aereo Francesco Alfonsi che teme che la situazione possa "sfuggire di mano", nel caso in cui il sindacato si trovi di fronte a un accordo preconfezionato in linea con le richieste della Commissione europea. Per il salvataggio del vettore italiano la DG Concorrenza chiede "discontinuità economica" come condizione per autorizzare i 3 miliardi di investimenti pubblici nella nuova compagnia. Ecco, quindi, il braccio di ferro su dimensione, nome e cessione degli slot. Andare incontro alle condizioni europee rischia, però, di portare il progetto al "fallimento totale", secondo il segretario nazionale della Filt Cgil, Fabrizio Cuscito, che indica a cento aerei la soglia al di sotto della quale le compagnie "perdono sdi", mentre l'ultimo piano di Ita pre- vedrebbe, inizialmente, 45-48 aerei per poi salire. Questi numeri, stima la segretaria nazionale della Fit Cisl, Monica Mascia, vorrebbero dire 8 mila occupati in meno rispetto agli 11 mila attuali, senza contare l'indotto. I sindacati spingono, quindi, per rovesciare il tavolo. "Anche rischiando la procedura di infrazione, bisogna stoppare questo negoziato e far prevalere l'interesse nazionale", dichiara il segretario generale di Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. Dalla politica, il responsabile Infrastrutture della Lega, Edoardo Rixi, indica la necessità di "un numero di velivoli sufficiente per la riapertura a pieno regime del mercato". Mentre il deputato di LeU Stefano Fassina teme la "resa" a Bruxelles e chiede che i ministri Giorgetti (Mise), Giovannini (Mims) e Franco (Mef) siano auditi al più presto in parlamento e il deputato di Fratelli d'Italia Marco Silvestroni si unisce alla richiesta dei sindacati di un tavolo interministeriale sul trasporto aereo. È questa una delle rivendicazioni centrali della protesta di oggi in via Molise. Dal Mise filtra intanto, come già successo prima del presidio del mese scorso, l'indicazione che i lavoratori non dovrebbero manifestare lì sotto, ma davanti al ministero dell'Economia, che sta conducendo la trattativa con Bruxelles.

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