Fisco/Si apre il cantiere, il governo studia Iva e cuneo
- direzione167
- 5 giu 2022
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di Mila Onder
ROMA. Dare attuazione al taglio del cuneo fiscale approvato in manovra, ma anche ri- scrivere l'Irpef, come ribadito dal presidente del Consiglio, probabilmente con una legge delega, e rimettere mano al sistema pensionistico prima della scadenza naturale di quota 100. Sono obiettivi ambiziosi quelli che il Conte 2 si è posto per il 2020, anno in cui - superata l'emergenza clausole di salvaguardia con cui il governo ha dovuto fare i conti praticamente appena nato - l'esecutivo ha promesso una riforma complessiva del fisco per tagliare le tasse sui redditi medio-bassi. L'idea prospettata a fine 2019 era quella di partire subito, già a gennaio, con i tavoli di confronto con le parti sociali. I sindacati si aspettano una convocazione a breve, sulla scia delle promesse arrivate dal premier e dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri , a dicembre, anche se c'è chi ipotizza che un incontro ufficiale non possa che tenersi al termine delle attese verifiche interne al governo. Il cantiere, almeno sul cuneo, sembra comunque già aperto. Il lavoro al ministero dell'Economia è continuo perché la norma inserita nella legge di bilancio, che prevede risorse pari a 3 miliardi quest'anno e a 5 miliardi il prossimo, dovrà essere articolata in un decreto ad hoc. L'idea è quella di tagliare il prelievo sui redditi fino a 35 mila euro, allargando la platea dei lavoratori che beneficiano degli 80 euro del bonus Renzi (oggi distribuito fino a un massimo di reddito di 26.600 euro). L'incremento medio degli stipendi sarebbe di circa 500 euro, che dovrebbero raddoppiare e arrivare intorno ai mille euro nel 2021. Quest'anno il taglio del cuneo partirà infatti a luglio, restando quindi in vigore solo metà anno. Dal 2021 partirà invece a regime sui 12 mesi. Una norma specifica dovrebbe riguardate peraltro gli incapienti, chi - rimanendo sotto la soglia di 8.000 euro di reddito l'anno - non paga la tasse ed è quindi stato escluso dal bonus Renzi e ora lo sarebbe anche dal taglio del cuneo. Non è neppure escluso però che il 2020 possa essere anche l'anno di una coraggiosa rimodulazione delle aliquote Iva. L'idea gira da tempo ed è stata accarezzata anche nel corso del dibattito autunnale sulla legge di bilancio, passando in rassegna possibili aumenti sui beni considerati più voluttuari o di lusso a cui accompagnare riduzioni su quelli più necessari, come pane e latte. Il progetto è stato però accantonato per i tempi troppo stretti che hanno caratterizzato quest'anno la messa a punto di aggiornamento del Def e manovra. Ma anche perché qualsiasi ritocco va ponderato con attenzione, per i risvolti non solo finanziari sulle entrate pubbliche ma anche politici sulla popolarità (e probabilmente tenuta considerato il trambusto scatenato dalla plastic tax) del governo. C'è poi il capitolo pensioni, altro tema monstre sia per la portata economica che politica. Anche in questo caso i sindacati sono pronti a sedersi a un tavolo, per ottenere una concreta flessibilità in uscita, con un'attenzione particolare, chiede il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, ai lavori usuranti e gravosi non ancora riconosciuti come tali. Sulla stessa linea anche Domenica Proietti della Uil che auspica maggiore flessibilità senza penalizzazioni.
















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