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FONDI RUSSI DIETRO I GRANDI MUSEI USA.

Dal MoMa al Guggenheim, milioni donati a istituzioni prominenti

di Gina Di Meo


NEW YORK. Musei, università, associazioni filantropiche o di beneficenza, il mondo culturale americano per anni e da anni ha 'attinto' dagli oligarchi russi. Lo rivela una ricerca dell'Anti-Corruption Data Collective, un gruppo di accademici e analisti che lavorano per esporre la corruzione transnazionale. Dal Museum of Modern Art (MoMa) al Massachusetts Institute of Technology, passando per la Mayo Clinic o il museo Guggenheim, tutti hanno ricevuto donazioni milionarie ed è un segno di come i paperoni russi, solitamente amici del presidente Vladimir Putin, siano penetrati nella società americana. Per produrre l'analisi, il collettivo ha fatto riferimento agli atti pubblici per donazioni di beneficenza fatte personalmente dagli oligarchi o dalle società o fondazioni che controllano. Tuttavia riflette solo una parte delle donazioni perché diverse istituzioni culturali prominenti non sono obbligate a rivelare le loro fonti di finanziamento. Tra i 'benefattori' russi, la maggior parte dei quali sanzionati dal governo americano, vi sono, Viktor Vekselberg, magnate dell'energia che ha donato oltre 100 mila dollari tra la fondazione Clinton, il MoMa, il Mit, dove esiste anche una borsa di studio a suo nome. Vladimir Potanin, uno degli uomini più ricchi in Russia, che ha donato milioni al Kennedy Center oltre ad essere stato uno dei principali benefattori del Guggenheim. Leonid Mikhelson, che ha donato 100 mila dollari all'Art Institute of Chicago attraverso la sua fondazione oltre a donazioni minori al New Museum di New York fino al 2017. Anche se diverse istituzioni hanno deciso di tagliare i ponti con i russi vicini a Putin, la Carnegie Hall ad esempio ha deciso di sospendere i concerti con il direttore d'orchestra Valery Gergiev e il pianista Denis Matsuev e il Metropolitan Opera ha fatto sapere che non ingaggerà artisti legati al presidente russo, altre hanno continuato a beneficare della generosità degli oligarchi anche mentre la Russia invadeva l'Ucraina. Potanin, ad esempio, è stato un benefattore di alto profilo del Guggenheim fino alla settimana scorsa, quando si è dimesso dal board. La mostra dedicata a Vasily Kandinsky è stata resa possibile proprio grazie a lui. Al momento non è chiaro se il museo restituirà il denaro ricevuto in donazione. (ANSA)



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