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Fondi S.Sede:Tribunale rigetta richieste perizie e nuove nullità



CITTÀ DEL VATICANO, 17 MAR - Nella decima udienza del processo in corso in Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, dedicato nella prima parte all'inizio dell'interrogatorio al cardinale Angelo, la Corte presieduta da Giuseppe Pignatone (a latere Venerando Marano e Carlo Bonzano) ha respinto alcune richieste di prove avanzate oggi dalla difese. In particolare, con l'ordinanza letta dopo due ore di camera di consiglio, il Tribunale ha rigettato le richieste di perizia sulle asserite anomalie nelle registrazioni audio-video del testimone-chiave mons. Alberto Perlasca, perché allo stato sarebbe "solo esplorativa". Con analoga motivazione è stata adottata per rigettare la perizia sulla genuinità di quanto estratto dagli inquirenti dai supporti informatici in sequestro. Respinta dal Tribunale anche l'eccezione di nullità del sequestro dei telefonini e di materiale informatico all'imputato Gianluigi Torzi al momento dell'arresto, poiché non si è trattato di sequestro ma di "consegna spontanea", peraltro effettuata alla presenza del difensore. Su altre richieste di perizie presentate dalle parti civili (Ior e Apsa) il Tribunale si è riservato di decidere. Quanto all'opposizione del "segreto pontificio" da parte del cardinale Angelo Becciu in relazione al reato di peculato a lui contestato in concorso con Cecilia Marogna, il Tribunale ha ritenuto di dover richiedere "le necessarie informazioni alla Segreteria di Stato al fine di verificare la sussistenza e l'attualità del segreto in ordine ai fatti" oggetto del processo. Il processo riprenderà ora il 30 marzo con l'interrogatorio di mons. Mauro Carlino, quindi proseguirà il 5 aprile con gli interrogatori di René Bruelhart e Tommaso Di Ruzza. Il 6 aprile continuerà l'interrogatorio del card. Becciu e inizierà quello di Enrico Crasso. Nell'udienza del 27 aprile sarà interrogato Tirabassi, in quella del 28 aprile continuerà l'interrogatorio di Crasso. Altre udienze programmate dal Tribunale, quelle del 5 e 6 maggio (in quest'ultima potrebbe essere interrogato Raffaele Mincione), e 19 e 20 maggio. Gianluigi Torzi, tramite il proprio difensore avv. Marco Franco, ha invece chiesto di essere interrogato in videoconferenza, non intendendo recarsi in Vaticano (quando accadde l'ultima volta fu arrestato), e il presidente Pignatone, sottolineando che l'imputato "non può dettare le condizioni su come essere sentito", ha rilevato che tale richiesta va interpretata "come un rifiuto".

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