FT: “La Ue deve agire contro la minaccia tedesca”
- direzione167
- 5 giu 2022
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ROMA. "L'Ue deve agire contro la minaccia sollevata dalla corte tedesca", scrive il Financial Times in un editoriale non firmato a pag. 16 che sostiene la necessità di avviare una procedura d'infrazione contro Berlino. La sentenza della Corte costituzionale tedesca della settimana scorsa, che ha messo in dubbio la legittimità dell'acquisto di titoli di Stato da parte della Bce, mette "a repentaglio l'intero ordinamento giuridico dell'Ue", si legge. L'editoriale sottolinea che "i giudici tedeschi hanno scelto di ignorare gli obblighi del trattato" dell'Unione e la sentenza equivale a "una dichiarazione unilaterale d'indipendenza costituzionale dall'ordinamento giuridico dell'Ue". Il pericolo sarebbe anche l'incoraggiamento ad altri Paesi a sfidare la Corte Ue. La Polonia, ad esempio, ha subito colto con favore la decisione tedesca. FT suggerisce quindi di avviare una procedura d'infrazione contro entrambi i Paesi. "La credibilità" della Commissione Ue "è a rischio" ma, avverte, esiste il rischio di far crescere "un sentimento euroscettico". "La sentenza della Corte costituzionale tedesca può avere un effetto dirompente per l'Ue" perché "smettere di accettare il primato del diritto europeo sul diritto nazionale significa mettere in discussione i fondamenti dell'Ue" stessa. Così Hans- Gert Poettering , ex presidente del Parlamento Ue e attuale presidente dell'associazione degli ex eurodeputati, commenta la sentenza di Karlsruhe sul Qe. "Non dobbiamo mettere a repentaglio la comunità di diritto europea", ammonisce Poettering, sottolineando che "la Commissione Ue in quanto 'custode dei trattati' merita pieno sostegno", pur non escludendo che "le altre istituzioni euro- pee, tra cui la Bce e anche la Corte Ue" possano "motivare meglio le loro decisioni". "Se le Corti costituzionali di altri Stati membri e i loro governi seguiranno l'esempio della Germania facendo prevalere il proprio diritto nazionale, verrà meno l'uniformità del diritto Ue", spiega l'ex presidente del Pe, aggiungendo che "già ora i Paesi Ue che non prendono sul serio la separazione dei poteri sono felicissimi della decisione" tedesca e "in futuro" altri pilastri come "la concorrenza o la libera circolazione" potrebbero essere messi in discussione con "conseguenze devastanti per la sopravvivenza dell'Ue".
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