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“Fulmine” su Kaesong: addio sogni di pace

LA COREA DEL NORD COLPISCE L’UFFICIO DI COLLEGAMENTO TRA I DUE PAESI



SEOUL. Le speranze di pace tra le due Coree sono naufragate alle 14:49 (ore locali) di ieri mattina. La Corea del Nord ha fatto esplodere l'ufficio di collegamento intercoreano di Kaesong, la città nord del confine con la Corea del Sud, innescando una nuova fase di tensione con la Corea del Sud, dopo il riavvicinamento del 2018. Poche ore prima dell'esplosione, il maggiore quotidiano del regime nord-coreano, Rodong Sinmun, aveva avvertito che un "fulmine" che si sarebbe abbattuto sulle autorità di Seul. L’azione era stata minacciata ma non sembrava probabile visto il momento d’incertezza politica che regna all’ombra di Pyongyang, rimasta orfana per il momento del suo leader Kim Jong Un. Secondo fonti interne, rappresenterebbe l’ascesa sempre più forte di Kim Yo Jong, la sorella minore trentenne candidata alla successione se il fratello non tornerà in scena. “Il relativo dipartimento della Re- pubblica democratica popolare di corea (DPRK, Corea del Nord) ha dato seguito all’ordine di distruggere completamente l’ufficio di collegamento congiunto Nord-Sud nella Zona industriale di Kaesong, alla vigilia del taglio di tutte le linee di comunicazione di colegamento tra il Nord e il Sud”, ha scritto l’agenzia di stampa ufficiale KCNA. Tutto mentre una colonna di fumo visibile da diversi chilometri testimoniava la veridicità dell’operazione militare. Operazione che porta a un nuovo picco le tensioni con Seoul, nonostante in Corea del Sud sia al potere il presidente Moon Jae-in, che dall’inizio del suo mandato ha cercato in ogni modo di favorire una via d’uscita pacifica al conflitto in corso, anche se congelato, dalla fine della seconda guerra mondiale. Secondo la Corea del Nord la distruzione è in linea con il “sentimento del popolo infuriato e punta costringere la feccia umana, e coloro che hanno ospitato la feccia, a pagare cari i loro crimini”. Il riferimento è ai fuoriusciti nordcoreani che lanciano attraverso il confine volantini di propaganda contro la Corea del Nord. Nei confronti di questa attività la sorella di Kim Jong Un ultimamente ha incrementato la retorica e ha lanciato minacce, anche molto dirette. Sabato Kim Yo Jong ha detto che “dopo lungo tempo, si vedrà una tragica scena delll’ufficio congiunto di collegamento Nord-Sud completamente crollato”. La KCNA ha parlato di una “terribile esplosione”, che in effetti è stata avvertita chiaramente dal villaggio sudcoreano di Daeseong-dong e ripresa dalle telecamere a circuito chiuso di un ufficio di controllo al confine tra le due Coree. Inoltre, prima della deflagrazione, lo Stato maggiore dell’Esercito del popolo coreano (Nord) ha anche minacciato che rivedrà i suoi piani d’azione per avanzare “nelle zone che sono state smilitarizzate in base all’accordo Nord-Sud, trasformando la linea del fronte in una for- tezza e rafforzare ulteriormente la vigilanza”. Una minaccia estremamente pesante, a cui – secondo lo Stato maggiore dell’esercito del Sud – al momento Pyongang non ha ancora dato corso: “Al momento non abbiamo rilevato mosse specifiche da parte delle forze nordcoreane. Le stiamo monitorando strettamente”.Per quanto riguarda la distruzione dell’ufficio, il Cheong Wa Dae – cioè la presidenza sudcoreana – ha emesso un comunicato insolitamente duro per l’era Moon. “Si tratta di un gesto che viola la speranza di tutto il popolo che vuole uno sviluppo delle relazioni intercoreane e una pace duratura per la Penisola coreana”, recita. “Il governo – continua – chiarisce che ogni responsabilità causata da questi eventi ricade completamente sulle spalle della Corea del Nord (...) Avvertiamo con chiarezza che, se la Corea del Nord farà ulteriori passi per aggravare la situazione, risponderemo con forza”. L’ufficio di collegamento era stato aperto a settembre 2018 per facilitare la cooperazione e il dialogo intercoreani nell’ambito del processo di ammorbidimento dei rapporti tra le due Coree e tra Corea del Nord e Stati uniti. Ma aveva sospeso a inizio gennaio le sue attività a causa delle misure anti-COVID-19. Ma perché Pyongyang sta agendo ora, in maniera così decisa? Potrebbe esserci un’esigenza interna: la necessità di dare a Kim Yo Jong credenziali militari in modo da rafforzarne la posizione. La sorella di Kim è vista da molti osservatori internazionali come la principale candidata in caso di un’eventuale successione dinastica del Leader, ma deve scontare il fatto di essere donna, in una società fortemente paternalistica come quella coreana.

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