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Generali: ricorso a Consob per le parole di Cirinà

'Diffamatorie'. Compagnia procede anche per vie giudiziarie




MILANO, 14 APR - Generali ricorre alla Consob e alle vie giudiziarie nella battaglia in corso per il rinnovo del cda del Leone mentre si avvicina l'assemblea. Il nuovo terreno di scontro, nell'ultimo giorno utile (record date) per acquistare in Borsa azioni da portare in assemblea e votare, è rappresentato dalle interviste di Luciano Cirinà e di Francesco Gaetano Caltagirone, impegnati a promuove il piano e la lista alternativi a quelli del consiglio uscente che vede ricandidato l'attuale ceo Philippe Donnet. La compagnia ha depositato un esposto urgente alla Consob "riguardante dichiarazioni infondate e diffamatorie riportate in un'intervista" il 13 aprile a La Stampa dell'ex responsabile per l'Austria e il Centro Est Europa del Leone, licenziato dopo la sua candidatura a ceo nella lista guidata da Francesco Gaetano Caltagirone. Quest'ultimo, a parere di Generali, ha rilasciato dichiarazioni "altrettanto gravi" nella sua intervista al Sole 24 Ore il 25 marzo scorso. "L'esposto chiede alla Consob di esercitare urgentemente i propri poteri, in relazione alla informativa sulle società quotate e alla liceità dell'attività di sollecitazione di deleghe" per l'assemblea", spiega in una nota Generali segnalando che "Le norme regolamentari vigenti impongono infatti che la sollecitazione di deleghe sia ispirata a diligenza, correttezza e trasparenza". "A fronte della gravità delle violazioni degli obblighi di correttezza nell'informativa posti a tutela degli azionisti, degli investitori e del mercato, che minacciano di alterare le dinamiche di mercato e la corretta determinazione del voto in assemblea", il Cda ha deciso inoltre "di procedere avanti alle autorità giudiziarie penali e civili perché siano sanzionati i comportamenti da chiunque illecitamente tenuti". Ad andare di traverso ai vertici del gruppo assicurativo devono essere probabilmente state le parole di Cirinà sui proxy advisor che hanno suggerito di votare per la lista del consiglio uscente. Secondo il manager "Hanno creduto di aver davanti la lista del consiglio, ma hanno preso una gigantesca cantonata: quella è la lista di Mediobanca. Si sono bevuti l'altra versione". Stesso sgradito effetto devono aver fatto le dichiarazioni di Caltagirone secondo cui " Il cda uscente di Generali è espressione di Mediobanca che quindi sta cercando di perpetuare la propria influenza travestendola da lista del board". Nonché i rilievi dell'imprenditore sulle operazioni con parti correlate nel gruppo assicurativo: "sono migliaia all'anno e solo un piccolo numero - si contano sulle dita di una mano - passa in comitato parti correlate. Tra queste molte sono con Mediobanca e non vengono controllate dal comitato parti correlate", aveva detto Caltagirone al Sole.

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