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Giustizia: Cartabia, recupereremo fiducia cittadini

Cerimonie nelle Corti Appello, 'basta con processi troppo lenti'



ROMA, 22 GEN - I "problemi cronici" della giustizia, l'eccessiva durata dei processi e il "fardello dell' arretrato", sono stati causa, assieme agli scandali che hanno investito la magistratura, di "una progressiva e dannosa erosione di fiducia da parte di cittadini, operatori economici e osservatori internazionali". Ma "il miglioramento dei servizi relativi alla giustizia contribuirà a favorire l'inizio di una nuova stagione". Nel giorno dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nei distretti di Corte d'appello, da Reggio Calabria Marta Cartabia lancia un messaggio di speranza. Perché non solo stavolta sono state messe in campo "riforme di sistema" per aggredire i mali endemici della giustizia, ma "abbiamo davanti a noi una grande occasione di rinnovamento, favorita proprio dalla crisi aperta dalla pandemia e dagli aiuti europei del Piano di ripresa e resilienza". Fondi che permetteranno di "assicurare più risorse e più strumenti a tutti gli uffici giudiziari", che dal 21 febbraio potranno avvalersi anche degli 8.171 giovani giuristi, ossatura portante dell'Ufficio del processo. La ministra torna anche a spingere sulla riforma del Csm: "confido che al più presto possano arrivare alle Camere gli emendamenti". Una riforma giudicata "urgente" dopo lo "tsunami" che ha investito il Csm, anche dal vicepresidente David Ermini che da Firenze solleva il problema dei tempi troppo lunghi del concorso in magistratura. E' una giornata di bilanci sull'emergenze della giustizia. "La "lentezza del sistema giudiziario e la presenza di fenomeni corruttivi non possono più essere tollerati" dice da Milano il presidente della Corte d'appello Giuseppe Ondei che giudica il Pnrr "un'occasione storica" e "imperdibile" e richiama l'attenzione sull' "allarmante" situazione di sovraffollamento delle carceri del distretto(+122%). A Roma il grande problema dell'arretrato finisce per essere una questione nazionale, visto che pesa per il 20% sul dato di tutta Italia: per questo il presidente della Corte d'appello Giuseppe Meliadò, invoca l'aumento dell'organico nella capitale come snodo strategico per la giustizia. Nella Marche è record di ricorsi contro i processi lumaca , con un'impennata del 50%. E al danno si somma la beffa visto che i ristori in certi casi hanno favorito "debitori inadempienti o autori di reati che, dalle lungaggini processuali, hanno beneficiato", segnala il presidente della Corte d'appello di Ancona Luigi Catelli. A Napoli sono oltre 57 mila i processi penali pendenti in appello e la prescrizione ne ha già falcidiato il 32%:"impossibile" in queste condizioni "riuscire a rispettare il termine introdotto dalla legge di riforma del processo penale" avverte il presidente Giuseppe de Carolis di Prossedi. E ancora in tema di riforme, da Palermo l'avvocato generale Annamaria Palma, lancia l' appello a non abolire l'ergastolo ostativo: è un "presidio" nella lotta contro la mafia; se si cancellasse "si vanificherebbero i positivi risultati raggiunti". Mentre il Pg di Milano Francesca Nanni coglie l'occasione per un duro monito ai pm: non cerchino il consenso "a tutti i costi" e abbandonino pregiudizi politici. Nelle relazioni dei presidenti delle Corti d'appello anche un'analisi sui reati in aumento. Crescono quasi ovunque le violenze contro le donne. A Torino in particolare raddoppiano i maltrattamenti in famiglia e le violenze sessuali, a Bari i femminicidi registrano un balzo del 43%. Preoccupa la criminalità minorile: in Toscana è allarme baby gang e anche in Abruzzo registra un aumento esponenziale dei reati commessi dai minorenni. E sono sempre di più le vittime degli incidenti sul lavoro .A Firenze in un anno ci sono stati 20 morti , segno per il Pg Marcello Viola che la repressione da sola non basta.

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