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Goldman scommette sui “matrimoni italiani”


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MILANO. Le banche d'affari americane scommettono sull'apertura di una nuova stagione di risiko nel settore bancario che porti all'altare gli istituti di medie dimensioni, da Banco Bpm a Mps, da Ubi Banca a Bper. Con Goldman Sachs che rilancia un grande classico -le nozze tra UbieBancoBpm- e Morgan Stanley che rispolvera (e rivaluta) Mps, a patto di riuscire a ripulirla dai crediti deteriorati. "La riduzione degli npl, gli spread più ridotti sui titoli di Stato e gli spazi più limitati per ridurre i costi su base stand-alone formano un contesto che riteniamo conduttivo per una ripresa dell'M&A tra le banche più piccole dove la frammentazione e la bassa redditività rappresentano una sfida perenne e i ritorni possono esse- re aumentati tagliando i costi" ha scritto Goldman Sachs in una ricerca con cui, alla luce delle prospettive di consolidamento, ha alzato le sue valutazioni su diverse banche italiane. Il matrimonio dell'anno, secondo gli analisti, sarebbe tra Ubi e Banco Bpm, la prima promossa e la seconda confermata a 'buy'. Le due banche vantano "le maggiori sovrapposizioni" e dunque, da una razionalizzazione degli sportelli, sarebbero in grado di estrarre le più alte sinergie potenziali. Inoltre sono entrambe "a buon punto" nei rispettivi processi di integrazione, Ubi delle tre 'Good banks' e Banco Bpm nella fusione da cui è nata. "Con sinergie di costo del 20%, la copertura degli npl venduti" per raggiungere l'npl ratio del 5% gradito alla Bce "può aumentare di oltre 30 punti percentuali" senza che per questo la fusione non sia "accrescitiva dell'utile per azione", afferma Goldman. Secondo cui anche Bper e Mps potrebbero essere coinvolte nel risiko anche se Siena dovrà prima ridurre lo stock di npl, mentre in Bper, la necessità di digerire la fusione con Unipol Banca e la presenza dei bolognesi come soci forti "potrebbero precludere un'altra significativa operazione nel prossimo futuro". Mps, su cui Goldman ha alzato il target price del 64% a 2,05 euro, viene promossa da un'altra banca Usa, Morgan Stanley, che alza il target price del 54% a 2,1 euro e scommette sul deconsolidamento di 10 miliardi di euro di npl, di cui il Tesoro sta negoziando con la Ue il trasferimento in capo ad Amco. L'operazione, sostenibile per il capitale di Siena, costerebbe un miliardo in rettifiche aggiuntive ma "consentirebbe una più veloce normalizzazione delle perdite su crediti e toglierebbe un ostacolo chiave al consoli- damento". Il titolo di Siena potrebbe aumentare del 20-40% rispetto alle attuali quotazioni e la banca arrivare sull'altare con una valutazione tra i 2,4 e i 2,8 miliardi (che non impedirebbero al Tesoro di chiudere in pesante perdita il salvataggio). Le spose migliori? Banco Bpm e Ubi, con le quali sarebbe possibile tagliare i costi del 20-25%. In Borsa Ubi ha chiuso in rialzo del 3,93% a 2,93 euro, Banco Bpm del 2,25% a 2,04 euro e Mps dello 0,83% a 1,69 euro.

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