Greene: uccidere Pelosi
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
BUFERA SULLA DEPUTATA REPUBBLICANA SEGUACE DI QANON E FAN DI TRUMP

di Serena Di Ronza
NEW YORK. Marjorie Taylor Greene deve essere espulsa dal Congresso. I democratici chiedono a gran voce che la deputata repubblicana venga rimossa per i suoi commenti incendiari, fra i quali il sostegno ai matti che minacciano di uccidere la Speaker della Camera Nancy Pelosi: “Una pallottola dritta al cervello sarebbe la strada più veloce”, ha detto Greene. Ma il caso Pelosi è solo uno dei tanti. La deputata della Georgia è infatti una fanatica delle teorie cospirazioniste e sostenitrice sfegatata di Donald Trump, convinta che le elezioni siano state rubate. Seguace di QAnon, Greene crede che l’11 settembre sia stato una bufala e che Barack Obama sia musulmano. Commentando la morte di John F. Kennedy Jr nel 1999 in un incidente aereo ha sentenziato: “E’ un altro degli omicidi dei Clinton”. Per non parlare del fatto che a suo avviso l’incendio che nel 2018 ha devastato la California sia stato iniziato da un “laser” nello spazio di proprietà di un’importante famiglia ebraica con legami con il gotha dei democratici. C’è poi il capitolo delle sparatorie di massa nelle scuole degli ultimi anni: per la deputata sono solo bugie cavalcate dal governo nel tentativo di strappare le armi agli americani. Greene è entrata solo tre mesi fa in Congresso ma tanto le è bastato per crearsi il brand di provocatrice di estrema destra. Un’etichetta di cui va orgogliosa ma che crea non pochi imbarazzi fra le fila repubblicane. Il partito per ora tace nonostante il pressing e le critiche dei democratici. Ma i malumori interni si iniziano a far sentire, tanto che il numero uno dei repubblicani alla Camera Kevin McCarthy ha fissato un incontro per i prossimi giorni. Per i conservatori il caso Greene è l’ennesimo grattacapo che si va ad aggiungere alle spaccature interne sull’impeachment di Trump. Parte dei repubblicani preme sui vertici del partito per la rimozione di Liz Cheney, terza nella gerarchia conservatrice alla Camera, rea di aver votato a favore della messa in stato di accusa dell’ex presidente per istigazione all’insurrezione. Cheney per ora resiste, forte dell’appoggio della vecchia guardia repubblicana, incluso George W. Bush, la cui immagine dopo quattro anni di Trump è stata riabilitata. Proprio l’ex presidente ha sentito il suo ex vice Dick Cheney per ringraziarlo del servizio della figlia. In questo quadro di guerra interna con il rischio di implosione, i repubblicani si trovano a fare i conti con Greene che non intende mollare e anzi alza i toni, forte dei suoi voti che il partito non vuole perdere. “Se indietreggiano e consentono ai democratici e alle fake news di cacciarmi - ha tuonato - allora i repubblicani aprono la porta alla possibilità che lo stesso venga fatto a ogni altro singolo conservatore fino a quando non ce ne saranno rimasti più”. E a rendere ulteriormente grottesca la situazione ci si è messo pure Jacob Chansley, lo ‘sciamano’ dell’assalto al Congresso del 6 gennaio, pronto a testimoniare contro Trump durante il processo di impeachment: attraverso il suo legale ha fatto sapere di aver interpretato le parole dell’ormai ex presidente come “un invito ad andare al Congresso e combattere”. L’ipotesi è stata bocciata dal senatore repubblicano Lindsey Graham, ex alleato di Trump: “Non posso pensare a un modo migliore per trasformare il processo in un circo che chiamare lo Sciamano di QAnon come testimone”, ha tagliato corto.
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