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Gru crollata: droni e mappe 3D

SI CERCA LA CAUSA. SGOMBERO ROTTAMI DA DOMANI. L’ARCIVESCOVO: È UNA VERGOGNA



di Mauro Barletta

TORINO. Superare lo choc. Torino si sforza di ripartire dopo il tragico incidente di sabato scorso, quando il crollo di una gru è costato la vita a tre operai e il ferimento di altre tre persone. Già domani i vigili del fuoco cominceranno lo sgombero del segmento di via Genova interessato dall’incidente: bisogna sciogliere il nodo del traffico (si tratta di un’arteria importante dell’asse sud- nord) e tentare di restituire a residenti e commercianti un barlume di normalità. La carcassa attorcigliata della gru, il braccio dell’autogru conficcato in un balcone, i calcinacci e le auto devastate sono ancora ben visibili, la triste meta di un pellegrinaggio di torinesi che lasciano fiori e messaggi di cordoglio. La laboriosa rimozione comincerà nei prossimi giorni. “Siamo tutti scossi - ammette il sindaco, Stefano Lo Russo - e in città ci sono rabbia e scoramento”. “Tragedie come questa - dice l’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia - sono la nostra vergogna. Significa che non siamo ancora capaci di mettere al primo posto la sicurezza delle persone”. L’inchiesta della procura, aperta per omicidio colposo e per adesso senza indagati, è in pieno svolgimento e procede su diversi fronti. Dopo lo sgombero di via Genova, cui potranno assistere come osservatori i consulenti tecnici di ‘Calabrese’ e ‘Loca-gru’, le due aziende che gestivano l’autogru e la gru, il materiale sarà messo a disposizione dell’esperto del Politecnico incaricato dai pm, che sabato aveva svolto un primo sopralluogo. L’area è stata filmata dai vigili del fuoco anche con l’impiego di un drone, mentre la polizia scientifica ha tracciato una mappatura in 3D servendosi di un apposito apparecchio laser. Sono tante le domande ancora senza risposta: persino la dinamica dell’incidente rimane da chiarire del tutto. L’ipotesi di una flessione dell’asfalto sotto l’autogru della ‘Calabrese’ ha perso quota: “Gli stabilizzatori del mezzo sono nella posizione iniziale”, fanno sapere dall’azienda. Una manovra azzardata del braccio meccanico o un cedimento di una delle strutture sono solo alcune delle possibilità da considerare. Un secondo risvolto riguarda il rispetto delle norme in materia di prevenzione e sicurezza. Se ne occupa lo Spresal. Ieri i funzionari hanno acquisito documentazione alla ‘Fiammengo’, la società che aveva ottenuto da un condominio (il cui amministratore è responsabile dei lavori) l’incarico di ristrutturare il tetto. Nel cantiere la ‘Fiammengo’ non era impegnata direttamente: era ancora in corso, infatti, l’assemblaggio della gru necessaria per operare sulla palazzina. Il cronoprogramma prevedeva l’inizio delle attività dopo le feste natalizie. Ieri, su indicazione della procura, il medico legale Giambattista Golè ha svolto l’autopsia sulle tre vittime: Roberto Peretto, di Cassano d’Adda (Milano), 52 anni, Marco Pozzetti, 54, di Carugate (Milano), Filippo Falotico, 20 anni, di Coazze (Torino). Ora sarà concesso il nulla osta per i funerali. Il giorno delle esequie a Torino sarà proclamato il lutto cittadino. L’assessore Gianna Pentenero, in un Consiglio comunale aperto da un minuto di silenzio, ha ricordato che nel solo 2021 in Piemonte ci sono state 40 morti sul lavoro. Secondo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è necessario intervenire sulle regole dei subappalti: “C’è la logica che pur di lavorare non si assume la salute, la sicurezza, la prevenzione come elemento centrale. Un modello che non funziona”. A Torino, nel corso di una manifestazione, i sindacati di base hanno steso sotto la sede dell’ispettorato del lavoro tre tute insanguinate.

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