I paletti del falco olandese
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
RECOVERY FUND/RUTTE: SUSSIDI A FONDO PERDUTO SOLO A CONDIZIONI RIGIDE

di Enrico Tibuzzi
BRUXELLES. L’Olanda non molla e le trattative in corso tra i 27 segnano il passo nonostante gli auspici dei leader. “Faremo di tutto per chiudere l’accordo entro luglio, l’Europa non si fonda sui veti ma sul dialogo”, ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez prima di incontrare una Merkel che si è però mostrata cauta: “Non so se ci riusciremo al prossimo summit”. Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è tornato alla carica sottolineando che “lavoriamo affinché il Consiglio europeo si faccia trovare pronto all’appuntamento della storia”. Ma il premier olandese Mark Rutte è stato ancora una volta categorico: i sussidi a fondo perduto previsti dal Recovery Fund potrebbero essere dati solo a fronte di “condizioni molto rigide”. E parlando in Parlamento all’Aja, ha precisato che gli aiuti, a suo modo di vedere, potranno arrivare solo a fronte di “riforme serie. Ma non credo che questa idea sarà accettata”. La serie di incontri avuti con Macrom, Merkel, Conte, Sanchez e Costa non è quindi riuscita ad accorciare le distanze che separano la posizione del premier olandese e dei suoi alleati ‘frugali’ (Austria,Svezia e Danimarca) dai sostenitori dei 500 miliardi di sussidi. Ma Rutte e soci devono aver ormai capito che, in un modo o nell’altro, si arriverà a stanziare degli aiuti a fondo perduto e quindi ora puntano i piedi sulle condizioni a cui concedere queste risorse. Per questo, nel corso della riunione svoltasi ieri tra gli ambasciatori dei 27, l’Olanda ha chiesto che i piani che saranno presentati dei singoli Paesi debbano essere approvati dal Consiglio non a maggioranza qualificata, bensì all’unanimità. Riservandosi così di fatto il diritto di veto. Questo controverso tema, insieme agli altri problemi legati alla discussione sul pacchetto Recovery Fund-bilancio Ue 2021-2027, pare ormai destinato ad arrivare irrisolto al vertice dei leader Ue di venerdì e sabato.Il volume del fondo di rilancio, l’equilibrio tra sussidi (500 miliardi) e prestiti (250), le condizioni a cui concederli e gestirli (la cosiddetta ‘governance’), i ‘rebates’ (meccanismo di correzione di contribuzione al bilancio) e la condizionalità sullo stato di diritto sono tutti nodi che potranno essere sciolti solo dal confronto diretto tra leader durante quella che tutti scommettono sarà una classica maratona negoziale. La premier belga Sophie Wilmes ha dato oggi il suo ok all’ultima proposta presentata dal suo concittadino- presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. Ma i 4 frugali, con l’aggiunta della Finlandia, restano sul piede di guerra. Polonia e Ungheria non vogliono alcuna condizione che leghi l’erogazione dei fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto. C’è poi chi chiede sconti più alti e chi, come Lussemburgo e Irlanda, non è convinto dei criteri proposti per la ripartizione dei fondi. A fronte di uno scenario così variegato, i sondaggi condotti per il Parlamento Ue da Eurobarometro parlano chiaro: la maggior parte dei cittadini europei sta subendo le conseguenze economiche negative della pandemia e chiede ai leader di decidere presto e bene. Mentre la Corte dei Conti Ue, dal suo osservatorio privilegiato, ha avvertito che i tempi previsti per l’impiego dei soldi del Recovery Fund (entro il 2022) sono “tropo stretti” e potrebbero favorire pratiche illegali. Intanto prosegue a Roma la battaglia in Parlamento per disinnescare la mina del voto sul Mes che rischia di far saltare la maggioranza.
コメント