Il cardinale Pell prosciolto
- direzione167
- 5 giu 2022
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PEDOFILIA/L’ALTA CORTE AUSTRALIANA HA CANCELLATO LA CONDANNA

di Fausto Gasparroni
CITTA’DEL VATICANO. Non basterà forse a rasserenare gli animi tra le tante notizie drammatiche di questi giorni, ma è senz’altro positiva per i vertici vaticani e della Chiesa quella giunta nella notte dall’Australia: il cardinale George Pell, già condannato per pedofilia a sei anni con un minimo di tre anni e otto mesi in carcere, sentenza confermata lo scorso agosto dalla Corte d’appello dello stato di Victoria, è stato prosciolto oggi da ogni accusa dall’Alta corte, l’organo di giudizio finale in Australia ed è stato rimesso in libertà dopo oltre 13 mesi di detenzione. Ieri mattina ha quindi lasciato il carcere di Barwon per recarsi in un istituto religioso preso Melbourne. Pell era stato dichiarato colpevole l’11 dicembre 2018 di aver abusato sessualmente nel 1996, nella sacrestia della cattedrale di Melbourne, quand’era arcivescovo della diocesi, di due coristichierichetti di 13 anni sorpresi a bere il vino della messa. In un comunicato diffuso poco dopo l’annuncio della decisione dell’Alta corte, Pell - il prelato cattolico più alto in grado mai condannato per abusi su minori - ha sottolineato che il suo processo “non era un referendum sulla Chiesa cattolica, né su come le autorità della Chiesa in Australia hanno trattato il crimine della pedofilia tra i preti”. “Il punto era se avevo commesso o no questi terribili crimini e io non li ho commessi”, ha spiegato. Il porporato, ribadendo di aver sempre sostenuto la sua innocenza, ha quindi affermato di aver “sofferto di una grave ingiustizia” che “è stata rimediata oggi” con la decisione dell’Alta corte. Pell ha poi aggiunto di non nutrire risentimenti verso l’accusatore, una delle due presunte vittime: “non voglio che il mio proscioglimento aggiunga dolore alla sof- ferenza e all’amarezza che tanti sentono”. I sette giudici della suprema istanza giudiziaria australiana hanno deciso il verdetto all’unanimità in base al fatto che c’è una “ragionevole possibilità” che il reato non sia avvenuto e che quindi ci sia “una significativa possibilità che una persona innocente possa essere condannata”. E’ la fine di un incubo, oltre che per il diretto interessato, anche per le gerarchie vaticane e lo stesso papa Francesco, che aveva scelto il combattivo “ranger” australiano come suo fidato collaboratore, nel ristretto “consiglio dei cardinali” e come prefetto per l’Economia, carica da cui lo aveva “congedato” quasi tre anni fa perché si potesse difendere nel processo in patria. E il Pontefice, pur non citandolo espressamente, a poche ore dalla sentenza non ha fatto mancare la sua vicinanza, in un’ottica di morale cristiana sugli “innocenti” perseguiti dal- la giustizia “con accanimento”. “In questi giorni di Quaresima abbiamo visti la persecuzione che ha subito Gesù e come i dottori della legge si sono accaniti contro di lui: è stato giudicato sotto accanimento, con accanimento, essendo innocente - ha detto Francesco all’inizio della messa a Casa Santa Marta -. Io vorrei pregare oggi per tutte le persone che soffrono una sentenza ingiusta, per l’accanimento”. Tra le manifestazioni di vicinanza a Pell, quella del cardinale Camillo Ruini, che in una dichiarazione si è detto “estremamente felice per l’assoluzione del cardinale George Pell dall’accusa di pedofilia”. “Mi legano a lui profonda amicizia e grandissima stima. Non ho mai dubitato della sua innocenza - ha affermato l’ex presidente della Cei -. George Pell è un autentico testimone di Cristo che ha pagato un prezzo durissimo per la sua fedeltà al Signore e alla Chiesa. Il suo esempio di coraggio e di generosità è una luce per tutta la Chiesa”. E la stessa Santa Sede, “che ha sempre riposto fiducia nell’autorità giudiziaria australiana”, ha accolto “con favore la sentenza unanime pronunciata dall’Alta Corte nei confronti del cardinale George Pell, che lo proscioglie dalle accuse di abuso su minori, revocandone la condanna”. Pell, “nel rimettersi al giudizio della magistratura, “ha sempre ribadito la propria innocenza, attendendo che la verità fosse accertata”, ha rimarcato la Sala stampa in una nota. “Con l’occasione - ha aggiunto - la Santa Sede riafferma il proprio impegno a prevenire e perseguire ogni abuso nei confronti dei minori”.
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