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Il Nyt preferisce le donne

PRIMARIE DEM/L’ENDORSEMENT DEL QUOTIDIANO PER KLOBUCHAR E WARREN


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WASHINGTON. Il New York Times ha dato il suo endorsement a due candidate per le primarie democratiche, le senatrici Elizabeth Warren e Emy Klobuchar, rompendo per la prima volta la tradizione di indicarne solo uno. Una scelta maturata dopo lunghe interviste con tutti i concorrenti e giustificata col fatto che nel fronte democratico ci sono due visioni del futuro, entrambe meritevoli di “seria considerazione”: una “radicale” incarnata meglio dalla Warren, terza nel gruppetto di testa, e una “realista” rappresentata in modo più convincente dalla Klobuchar, nonostante abbia solo il 3% nei sondaggi nazionali. Uno schiaffo al moderato Joe Biden, che resta ancora il frontrunner nelle intenzioni di voto. Ma secondo il board editoriale del quotidiano, la sua mera volontà di “restaurare lo status quo non consentirà all’America di andare dove ha bisogno come società” e per Biden, che ha 77 anni, “è tempo di passare il testimone a una nuova generazione di leader politici”. Insomma, un chiaro invito a farsi da parte. L’endorsement è uno sgambetto anche a Bernie Sanders, l’altro rappresentante dell’ala radicale. Il giornale gli riconosce il merito di aver promosso idee progressiste che ora sono mainstream ma le riserve riguardano la sua età (78 anni), le sue condizioni di salute dopo l’attacco di cuore, la sua rigidità e l’essere troppo divisivo. Ieri comunque Sanders e la Warren hanno marciato a braccetto a Columbia (South Carolina) per onorare il Martin Luther King day: segno di un’apparente rappacificazione dopo la lite dei giorni scorsi sulle chance di una candidata donna di vincere le elezioni. E hanno sfilato gomito a gomito anche Biden e la Klobuchar. Il prestigioso giornale spiega anche perché ha escluso gli altri candidati. Molte lusinghe per Pete Buttigieg, il 38enne ex sindaco di South Bend con un curriculum da all-star e ottimi risultati nei sondaggi che predicono un “brillante futuro politico”, ma non è ancora la sua ora. Plauso pure per l’imprenditore Andrew Yang, che però il Nyt si augura di vedere alla prova in scenari più piccoli, come New York.

Bocciato invece il miliardario Michael Bloomberg, visto come esempio di un sistema corrotto, avendo preferito investire i suoi soldi in spot tv evitando “il duro e scomodo lavoro della campagna”, scrive il board, che l’ex sindaco della Grande Mela si è peraltro rifiutato di intraprendere dicendo di non avere posizioni su un numero sufficiente di questioni. Ecco quindi che la scelta è finita sulla Warren e sulla Klobuchar. La prima, che ha 70 anni, è stata elogiata per la sua competenza, anche in politica estera, per saper parlare “elegantemente di come il sistema economico è manipolato contro tutti tranne che gli americani più ricchi”, per il suo sforzo di “riscrivere le regole del potere nel nostro Paese”. Inoltre viene vista come una figura meno rigida di Sanders. La Klobuchar, 59 anni, senatrice moderata del Minnesota, è invece “la vera definizione del carisma del Midwest, fegato e perseveranza. La sua lunga esperienza al Senato e le sue credenziali bipartisan ne farebbero una deal maker e una unificatrice delle ali del partito, e forse della nazione”. L’endorsement arriva alla vigilia dell’inizio del processo sull’impeachment, che vedrà Donald Trump sulla ribalta di Davos mentre oggi al Senato verranno illustrate le accuse contro di lui. Intanto il suo team difensivo ha ribadito ieri che il presidente “non ha fatto assolutamente nulla di male”, definendo la messa in stato d’accusa contro di lui “una farsa” e “una pericolosa perversione della costituzione”. In un documento di 110 pagine, i legali del presidenrte sostengono che il Senato deve “respingere rapidamente le accuse”, insistendo sul fatto che Trump non ha commesso alcun reato da impeachment ed è vittima di un attacco di parte.

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