Il palazzo bruciato come cartone
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
INCENDIO MILANO/LA PROCURA INDAGA, FORSE SI È TRATTATO DI UN CORTOCIRCUITO

di Igor Greganti
MILANO. Il fuoco che divampa in un appartamento del quindicesimo piano, probabilmente per un cortocircuito all’interno o per il malfunzionamento di un impianto sul balcone. Le fiamme che per un “effetto camino”, a causa dello spazio di 15 centimetri che si trova tra il rivestimento esterno della struttura, il ‘cappotto termico’ fatto di materiale non ignifugo, e la struttura portante, si propagano intaccando in un quarto d’ora tutta la facciata del palazzo, trasformato in una “torcia”. Sono queste le prime certezze nell’inchiesta della Procura di Milano sul maxi incendio che ha distrutto la Torre dei Moro di via Antonini, grattacielo di 18 piani, senza per fortuna causare né vittime né feriti gravi. “Poteva andare molto peggio”, ripetono gli inquirenti, facendo riferimento al fatto che in quella torre, nella zona sud est della città, in molti non erano ancora rientrati dalle ferie. Ci vivono una settantina di famiglie e solo una trentina di persone sono dovute scappare. Se fosse accaduto di notte forse non ce l’avrebbero fatta. “Non ci sono vittime che è la cosa più importante, se non un cagnolino”, ha confermato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano al termine di un sopralluogo coi vigili del fuoco. Da Roma sono arrivati anche gli specialisti del Nucleo investigativo antincendi. Altro dato certo è che, a detta degli stessi pm, quei pannelli del ‘cappotto’ esterno, composti di Alucobond, materiale costituito da lamiere di alluminio e polistirene, “bruciavano come se fossero di cartone”. E quindi le analisi sulle falle nella sicurezza del grattacielo, realizzato nel 2011 dalla Moro Real Estate di Alberto Moro, sono uno dei punti centrali delle indagini per disastro colposo che potrebbero portare, a garanzia per gli accertamenti tecnici, a iscrizioni nel registro degli indagati, verosimilmente di costruttori, responsabili dei lavori e progettisti. Saranno presto acquisiti i documenti relativi alle modalità di costruzione della torre, oltre ad una serie di testimonianze. Da verificare se quel materiale fosse stato indicato come ignifugo. Ad ogni modo viene chiarito in Procura, una normativa specifica sulla sicurezza delle facciate degli edifici è “molto recente”. Tra gli elementi agli atti c’è un video, girato da un residente della zona, che mostra le prime fiamme e il fumo che escono dal balcone dell’appartamento al quindicesimo piano. A tratti diventa bianco e ciò dimostrerebbe che è entrato in funzione il sistema antincendio. Sistema che, tuttavia, secondo i pm, presentava diverse “criticità”: le “bocchette” dell’impianto da attivare manualmente funzionavano fino al quinto piano, non sarebbero state attive tra il quinto e il decimo, mentre hanno funzionato in parte oltre il decimo. Le scale, invece, a differenza di quella della Grenfell Tower londinese che andò a fuoco nel 2017 con 72 morti, hanno consentito alle persone di scendere senza problemi, perché dotate di un meccanismo che evita che il fumo possa entrare dalle fessure. “Ero appena tornato a casa dalle vacanze, ho sentito un forte odore già sul pianerottolo, mi sono affacciato dalla finestra e ho visto le volute di fumo provenire dall’appartamento di sotto”, ha messo a verbale un inquilino del sedicesimo piano che ha dato l’allarme. Decisiva per diffonderlo anche una “chat” creata tra i condomini. In modo “quasi innaturale” il fuoco correva lungo tutta la facciata del palazzo, a forma di vela, scendendo dall’alto in basso e poi risalendo, proprio per l’effetto creato dalla “camera d’aria” che stava nell’intercapedine tra la struttura esterna e quella portante. La famiglia proprietaria dell’appartamento dove si sarebbe innescato il rogo era in vacanza da due settimane e l’ultimo ad entrare sarebbe stato il portinaio per dare acqua alle piante 5 giorni fa. Il proprietario è stato ascoltato dai vigili del fuoco che volevano sapere se sul balcone c’erano impianti, come il condizionatore. Mentre sono attese le prime relazioni degli investigatori, nel pomeriggio Felice Iracà, dirigente vicario del comando dei vigili del fuoco di Milano, ha spiegato che l’incendio è stato spento: “Abbiamo raggiunto la cima e aperto tutti gli appartamenti”.
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