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Il Papa attacca il nucleare

DA FUKUSHIMA ARRIVA IL MONITO DI FRANCESCO SULLE FUTURE FONTI DI ENERGIA



di Manuela Tulli

TOKYO. Sono passati otto anni dalla tragedia che mise in ginocchio il Giappone con un terremoto, uno tsunami e l’incidente alle centrale nucleare di Fukushima. Sono stati 18mila i morti che il Paese ha pianto per quella ecatombe ma migliaia soffrono ancora le conseguenze materiali del triplice disastro. E il Papa ieri ha voluto incontrare quelle famiglie che più da vicino hanno vissuto la tragedia ed ha colto l’occasione per lanciare un messaggio al mondo sui pericoli dell’energia nucleare. Occorre “prendere decisioni coraggiose e importanti sull’uso delle risorse naturali, e in particolare sulle future fonti di energia”, ha detto Papa Francesco rilanciando anche le istanze della Chiesa locale. “Fino a quando i legami sociali non saranno ristabiliti nelle comunità locali e le persone avranno di nuovo una vita sicura e stabile, l’incidente di Fukushima non sarà completamente risolto. Ciò implica, al tempo stesso, come hanno ben sottolineato i miei fratelli vescovi del Giappone, la preoccupazione per il prolungarsi dell’uso dell’energia nucleare, per cui hanno chiesto l’abolizione delle centrali nucleari”. Ma nella giornata il pontefice ha lanciato altri messaggi che hanno parlato dritto al cuore dei giapponesi: il troppo lavoro e la smania di competizione possono rendere “infelici e schiavi”. Una piaga, questa dell’ansia di raggiungere il successo, che tocca anche i giovani che spesso “non ridono, non giocano, non conoscono il senso della meraviglia e della sorpresa. Come zombi - ha usato questa parola Papa Francesco -, il loro cuore ha smesso di battere a causa dell’incapacità di celebrare la vita con gli altri”. Poi parlando con le autorità tocca un altro tasto, quello del divario tra ricchi e poveri, ancora più stridente in una società avanzata e benestante come quella giapponese. E al proposito ha rimarcato che “la civiltà di una nazione o di un popolo non si misura dal suo potere economico ma dall’attenzione che dedica ai bisognosi”. E ancora il tema dei migranti: “Vi chiedo di stendere le braccia dell’amicizia e di accogliere quelli che vengono, spesso dopo grandi sofferenze, a cercare rifugio nel vostro Paese”. L’appello del Papa - spiega Caritas Japan - si inserisce in un quadro di norme “così restrittive che il numero di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiati nel 2018 è limitato a 42 persone”. E’ stata una giornata ricca di appuntamenti per Francesco che ha anche avuto incontri riservati con le massime autorità del Paese. Prima con l’imperatore Naruhito. Al centro del colloquio ancora la tragedia dell’atomica di Hiroshima e Nagasaki. E Bergoglio ha confidato che ancora ricorda come 74 anni fa, quando aveva 9 anni, vide i genitori piangere. Poi il Papa e l’imperatore hanno parlato di un tema molto a cuore ad entrambi, quello della tutela del’ambiente. E Francesco ha evidenziato soprattutto la questione dell’acqua, il cui possesso potrebbe essere motivo di nuovi grandi conflitti. Poi la visita al primo ministro Shinzo Abe. Francesco, nell’incontro al Kantei, con le mascotte di Tokyo 2020 già presenti un po’ ovunque, lancia il suo auspicio per le Olimpiadi: “Sono certo che i Giochi Olimpici e Paralimpici, che l’anno venturo si terranno in Giappone, serviranno da stimolo per far crescere uno spirito di solidarietà che superi i confini nazionali e regionali e cerchi il bene di tutta la nostra famiglia umana”. Infine l’abbraccio con i 50mila fedeli al Tokyo Dome. Tra i concelebranti anche l’amministratore apostolico della diocesi di Hong Kong, il cardinale John Tong Hon, che si trova a far fronte in questi giorni ad una situazione difficile, la più delicata degli ultimi anni per l’ex colonia britannica.

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