top of page

Il Pd spinge l’alleanza M5S

Sulle regionali i 5 Stelle nicchiano, Conte incontra Serraj

di Giampaolo Grassi


ROMA. Un incontro fra Giuseppe Conte e l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini ha acceso un nuovo fronte di frizione fra il Pd e il presidente del Consiglio gene- rando uno scontro a muso duro fra i dem e il M5s. Tutto questo mentre il governo è alle prese con provvedimenti poderosi: si parte dalla richiesta di un nuovo scostamento di bi- lancio, per passare al decreto Semplificazio- ni e arrivare al Piano di Rilancio, con il con- torno delle infinite polemiche sul mes. La si- tuazione in maggioranza resta ingarbugliata. Nel giorno della polemica sulla Rai, ha comunque rin- novato le avances agli alleati per un fronte comune alle regionali. I pentastellati, che fi- nora hanno nicchiato, anche stavolta non han- no fatto passi né in avanti né indietro. Mentre cerca di districare il fronte interno, Conte è tornato ad occuparsi di politica estera incon- trando a Roma il leader della Libia Layez al Serraj. Nel faccia a faccia è stata “ribadita la con- vinzione che la soluzione del conflitto non può essere affidata al piano militare ma ad un im- pegno comune per il rilancio del processo politico per la stabilizzazione del Paese”. Il presidente del consiglio ha voluto riprendere in mano il dossier libico sia per ridefinire i ruoli nello scenario internazionale, sia per le ripercussioni di quella guerra sull’ Italia. Non a caso, nei giorni scorsi il ministro degli este- ri Luigi Di Maio è volato a Tripoli, per parla- re della modifica del memorandum del 2017 in tema di flussi migratori. Nello scacchiere interno, invece, è la Rai ad animare il fine settimana politico. A sollevare il polverone è stato uno dei temi toccati nell’incontro fra Sa- lini e Conte. Secondo i resoconti, fra i due c’è stato un “confronto sulla riforma della governance nell’ambito del quale” è stata di- scussa “l’ipotesi di ampliare la durata del mandato”. Una formula vaga, che però non è piaciuta lo stesso al Pd. “Come il premier Conte sa bene - ha attaccato il vicecapogruppo dem alla Camera, Michele Bordo - il Pd giu- dica altamente fallimentare la gestione di Sa- lini, soprattutto in termini di garanzie sul plu- ralismo”. In difesa dell’Ad Rai è sceso il M5s: “Forse - ha replicato Emilio Carelli, espo- nente M5S in commissione di Vigilanza Rai - a qualcuno non piace il tentativo di Salini di governare la Rai senza subire troppe pressio- ni dei partiti”. Anche Italia Viva si è fatta sen- tire, con il segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, che ha parla- to di “episodio gravissimo”, visto che il tema della riforma della governance del servizio pubblico “è una competenza del Parlamento”. Il contrasto sulla Rai si aggiunge quindi a quelli da tempo sul tappeto. A breve si do- vranno tirare le somme sul Mes, con il M5s refrattario e il resto della coalizione che spin- ge. Conte per ora frena, anche se sottolinea come la crisi del Covid abbia lasciato come lezione, “il valore della solidarietà. Il multilateralismo e la partnership globale sono la chiave per sconfiggere il virus e non la- sciare indietro nessuno”. Restano come rumore di fondo le altre questioni. Il sempre verde Ponte sullo Stretto, su cui tempo fa Conte ha (timidamente) aperto e che piace a Iv ma non al M5s. Nel Pd la posizione non è granitica: il vicesegretario Andrea Orlando lo ha boccia- to di netto, “basta parlarne”, ma nei giorni scorsi c’è chi ha aperto, come il ministro Dario Franceschini. La fine della quarantena riapre poi un capitolo rimasto sottotraccia. “La no- stra gestione della sanità è affidata alle Re- gioni, e questo è un problema”, ha detto Or- lando. Che poi ha virato sul Pd, “che sta cam- biando, ma non con la velocità necessaria”. Una frase che ne ha richiamata un’altra di Zingaretti: “Il tema è avere una classe diri- gente che ora faccia un passo in avanti”. La traduzione l’ha data Goffredo Bettini, gran conoscitore dei dem, che ha confermato l’impegno del Pd con Conte ma ha avvertito: “A chi vuole sfasciare, sembrano provviden- ziali le prossime elezioni regionali. Se andran- no male per la sinistra, si prevede un rompete le righe generale”.

Comentários


bottom of page