top of page

Il pm: volontà di uccidere

OGGI I FUNERALI DEI TRE VIGILI DEL FUOCO MORTI NELL’ESPLOSIONE DELLA CASCINA


ree

ALESSANDRIA. Tutti in fila, commossi e in silenzio, per rendere omaggio ai tre vigili del fuoco uccisi dall’esplosione di Quargnento che, nella notte tra lunedì e martedì, ha distrutto un cascinale. E’ grande il dolore della folla che, in attesa dei funerali di oggi, si raduna davanti al Comando provinciale di corso Romita. Giovani e meno giovani, tanti genitori con i figli, piangono Antonio Candido, Marco Triches e Matteo Gastaldo. “I nostri eroi”, come li definisce la grande scritta realizzata in un cuore rosso all’ingresso dell’edificio. Nell’hangar della caserma le bare sono avvolte nel tricolore. Sopra il casco e la foto delle tre vittime, a cui la procura di Alessandria sta cercando di dare giustizia. Le indagini dei carabinieri sono serrate. “Per comprendere meglio cosa sia successo e chi abbia commesso l’atto scellerato continuano ad essere sentite più persone”, sottolinea il procuratore Enrico Cieri, che non ha dubbi sul dolo. “E’ chiaro che il gesto - aggiunge il magistrato - non si inquadra in ripicche di vicinato, ma è ben più grave. Chi l’ha fatto, lo ha fatto per uccidere”. Sono due le bombole sequestrate dagli inquirenti tra le macerie. “Stiamo cercando di capire chi possa averle comprate, dove e quando”, dice ancora Cieri, spiegando che “per ora nulla fa pensare che siano state azionate a distanza”. Il congegno, rudimentale, era realizzato “con elementi che si possono trovare sul mercato”. Un giallo nel giallo è l’assicurazione dell’edificio, su cui il procuratore però non parla. “Quale era il suo valore e quando era stata stipulata?”, chiedono i giornalisti. “No comment”, è la risposta del magistrato. Oggi sarà lutto cittadino ad Alessandria, dove è atteso anche il premier Conte, per quei ragazzi che sognavano di indossare la divisa da vigile del fuoco per “aiutare la gente”. “Se domani non dovessi più tornare, racconta a tutti del mio amore esagerato per questa divisa. Racconta a tutti che ero riuscito a diventare ciò che sognavo da bambino”, diceva Marco Triches in un video realizzato nel periodo dell’addestramento. “Non mi sento un eroe - diceva -. Mi sento una persona che spera di avere l’opportunità di salvare della gente”. “Parole da brividi”, le definiscono oggi i colleghi.

Commenti


bottom of page