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Il Ponte vede il traguardo

GENOVA/BAGNASCO BENEDICE LE MAESTRANZE: “VOI PROVA CHE IL PAESE CE LA FA”



di Chiara Canerini

GENOVA. Un ponte che “sa di miracolo”. La voce del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi europei e arcivescovo di Genova rimbomba sotto il capannone del cantiere del nuovo Ponte di Genova e a più di un operaio salgono le lacrime agli occhi. Perché sanno che il cardinale è lì per loro, e solo per loro. Il tracciato del nuovo ponte si allunga ogni giorno di più. Mancano solo pochi metri e poi la spina dorsale del nuovo cavalcavia sarà completata. “Un miracolo”, davvero, visto che gli uomini dell’acciaio di Fincantieri Infrastructure devono sollevare ancora soltanto due campate, poco più di 100 metri in linea. Poi - forse il 21 aprile, o forse il 22 - sarà finita, e toccherà agli uomini del cemento, quelli di Salini Impregilo, ‘vestire’ lo scheletro di metallo. “Prima la soletta di calcestruzzo, poi la piattaforma stradale, le canalette continue per la raccolta delle acque di pioggia, quelle passacavi, i camminamenti per la manutenzione, i pannelli fotovoltaici, i guard rail e i pennoni - ha detto Stefano Mosconi, di Salini Impregilo - che consentiranno di vedere l’opera in lontananza oltre all’installazione della robotica che rileverà qualsiasi difetto si dovesse rivelare nel tempo”. E sarà giugno, e sarà finita. Proprio un miracolo, considerati da una parte il tempo impiegato e dall’altra tutto ciò che poteva accadere - che è accaduto - per frenare il lavoro in cantiere: alluvioni, pioggia a catinelle per giorni e giorni, vento a 100 km all’ora e, infine, il Covid 19. Si mescolano, nel capannone, i caschetti dei lavoratori, creando un curioso ‘effetto tricolore’ in movimento: ci sono i Verdi di Fincantierei, i Bianchi di PerGenova e di Rina e i rossi di Salini . “E’ emozionante essere qui - ha detto il cardinale - in mezzo a voi che siete artefici di questa opera. E’ un’impresa per Genova e per la Liguria e per il nostro Paese. E’ un grande punto di onore. L’Italia può fare queste cose e altro ancora quando le condizioni lo consentono perché genialità, intelligenza, perizia, coraggio, passione non mancano al cuore dell’Italia e di ogni italiano”. Poi il cardinale usa parole che sembrano una stoccata: “L’orgoglio non è mai intelligente, la fierezza si. La fierezza delle cose belle che si fanno. Cose belle, utili e necessarie e si fanno insieme. Non è scontato lavorare insieme in modo da poter avere in tempi brevi cose importanti”. Sembra un accenno alle questioni nazionali, ma chi ascolta sa che non è il momento di far politica. Dirigenti e istituzioni ascoltano in silenzio: c’è il sindaco-commissario Marco Bucci, il governatore Giovanni Toti, c’è il direttore generale di Fincantieri e pre- sidente di PerGenova Alberto Maestrini e l’ad di Rina Ugo Salerno, il direttore ope- rativo di area di Salini Impregilo Nicola Meistro. L’abbraccio del cardinale, e la benedizione che ne verrà, è totale. Voi date la prova - ha detto - che il nostro Paese, il nostro popolo ce la può fare e lo sta facendo”. Poi esce dal capannone e guarda in su dove finalmente l’azzurro terso del cielo è nuovamente percorso da una lunga, imponente linea d’acciaio.

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