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Il vescovo si è dimesso di

BUFFALO/MONS. MALONE ERA ACCUSATO DI COVER-UP DI ABUSI SESSUALI



di Alessandra Baldini

NEW YORK. Nuove teste rotolano nello scandalo della pedofilia che da un anno è tornato a mettere in subbuglio la Chiesa cattolica americana: oggi si è dimesso il vescovo della diocesi di Buffalo, Mons. Richard Malone, da tempo sotto i riflettori dopo essere stato accusato di un monumentale cover-up di abusi sessuali su minori da parte di sacerdoti della diocesi. Papa Francesco ha accettato “con effetto immediato” le dimissioni e nominato amministratore apostolico sede vacante Mons. Edward Scharfenberger, già vescovo di Albany. La diocesi di Buffalo, con circa 600 mila fedeli, era rimasta relativamente immune dallo scandalo fino al 2018 quando la segretaria personale di Malone, Siobhan O’Connor, aveva rivelato l’esistenza di dossier segreto su preti molestatori che il vescovo teneva in un armadio del suo ufficio: oltre un centinaio di nomi che, senza l’azione della donna, sarebbero rimasti per sempre nell’ombra. Erano poi emerse registrazioni in cui il porporato definiva “un cucciolo malato” uno di questi preti mostrando riluttanza a rimuoverlo dal suo mandato. Il vescovo ha detto di essersi dimesso “volontariamente e liberamente” dopo aver appreso le conclusioni di un’inchiesta recentemente ordinata dal Vaticano sulla crisi nella sua diocesi. “Ci sono cattolici devoti a Buffalo”, ha commentato il vescovo di Brooklyn, Nicholas DiMarzio, a cui era stata affidata la Visita Apostolica, auspicando che le dimissioni “consentano alla diocesi di cominciare un nuovo capitolo”. Anche DiMarzio è stato recentemente coinvolto nello scandalo quando l’avvocato di un ex chierichetto lo ha accusato di molestie. Ancora in settembre Malone aveva categoricamente rifiutato di dimettersi e tra fedeli e sacerdoti di Buffalo la decisione di ieri è stata accolta con sollievo dopo che in settembre un sondaggio del Buffalo News aveva mostrato che l’86 per cento dei cattolici voleva che il vescovo se ne andasse. Malone è il sesto capo di una diocesi Usa che si dimette per lo scandalo della pedofilia da quando 17 anni fa il cardinale Bernard Law lasciò l’arcidiocesi di Boston. Con l’uscita di scena del vescovo i guai per la diocesi di Buffalo non sono finiti: la curia deve far fronte a 200 denunce, è sotto inchiesta da parte sia dell’Fbi che della procura di New York per come ha gestito la crisi nell’arco di decenni e rischia di seguire l’esempio della diocesi di Rochester che in giugno ha chiesto al tribunale le protezioni dalla bancarotta.

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