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Ilaria Cucchi querela Salvini

“LA DROGA FA MALE”. BUFERA PER LA FRASE DEL MINISTRO DOPO LA SENTENZA



ROMA. “La droga fa male”: Ilaria Cucchi querela Matteo Salvini per le affermazioni fatte dall’ex ministro dopo la sentenza al processo sulla morte di Stefano. Un atto, annunciato solo come ipotesi qualche giorno fa, che nasce alla luce delle dichiarazioni del leader leghista, fatte nelle ore successive alla sentenza con cui la Corte d’Assise ha condannato cinque carabinieri, due per omicidio preterintenzionale, in relazione alla morte del giovane detenuto all’ospedale Pertini nel 2009. L’ex ministro commenta in serata: “Sono tranquillissimo”. Salvini aveva detto di rispettare la famiglia, aggiungendo però che il caso “dimostra che la droga fa male”. La replica definitiva è arrivata con un post della stessa Ilaria: “Stefano Cucchi ha sbagliato e avrebbe dovuto pagare ma non morire in quel modo. Il giorno in cui viene pronunciata la sentenza ha il coraggio di dire quelle parole come se fosse al bar e parlasse ai suoi amici? Sono solo una normale cittadina ma non posso fare altro che querelarlo”, scrive Ilaria Cucchi. Il segretario della Lega non si scompone: “Dopo Carola Rackete, mi querela la signora Cucchi? Nessun problema, sono tranquillissimo, dopo le minacce di morte dei Casa-monica e i proiettili in busta, non è certo una querela a mettermi paura. Spero che il Parlamento approvi subito la legge ‘droga zero’ proposta dalla Lega, per togliere per sempre ogni tipo di droga dalle strade delle nostre città”. Ilaria gli risponde: “Salvini mi paragona a Casamonica? Ai proiettili che gli hanno man- dato? Insiste sul tema droga a commento del- la sentenza che condanna coloro che hanno pestato Stefano per omicidio preterintenzionale? Anch’io sono contraria alla droga come alle truffe ai danni dello Stato come alla Corruzione come ai rimborsi fasulli a spese dei cittadini normali come me che pagano le tasse e non hanno 80 anni per mettersi in pari”. Fuori dal botta e risposta con Salvini, Ilaria Cucchi chiede : “Mi piacerebbe tanto che l’attuale ministro dell’Interno sostituisse la costituzione di parte civile fatta proprio da Salvini con la propria. Non sono un avvocato ma forse potrebbe essere possibile”. Il riferimento è alla costituzione di parte civile del Viminale, quando ancora era in carica Salvini come ministro, nel processo sui depistaggi per la morte del giovane: un procedimento che è appena cominciato. A corredare il post c’è una delle foto diventate un simbolo della battaglia per la verità portata avanti dalla sorella di Stefano in questi anni: lei che davanti al tribunale espone le foto choc del cadavere del fratello sul tavolo autoptico. “Questo era il suo volto quando io e i miei genitori lo vedemmo all’obitorio il 22 ottobre del 2009. Questo era quel che rimaneva di Stefano. Dei suoi diritti. Della sua dignità di essere umano. Immagino che questo post verrà oscurato da Facebook perché idoneo ad urtare la sensibilità di qualcuno mentre, viceversa, non vengono oscurati tutti i commenti e i post di insulti e minacce e falsità che, molto bene organizzati, sono comparsi sui social dopo la presa di posizione pubblica dell’ex ministro dell’Interno, scrive Ilaria, per la quale “il signor Matteo Salvini non può giocare sul corpo di Stefano Cucchi. Non posso consentirglielo”. Nei giorni scorsi aveva suscitato indignazione, invece, il post di un consigliere regionale del Lazio, poi cancellato con tanto di scuse, che accusava Ilaria Cucchi di “sfruttare il fratello tossico per il proprio successo”. Una frase però rimasta su Facebook abbastanza da circolare e scatenare il web.

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