In Italia la ‘mamma’ dell’Isis
- direzione167
- 5 giu 2022
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È TORNATA CON I SUOI QUATTRO FIGLI. OPERAZIONE DELLA PROCURA DI MILANO E ROS

di Stefano Rottigni
MILANO. Condivideva “con grande entusiasmo” i propositi del marito e “addestrava e indottrinava i figli di tenera età”: Cosa di cui era “talmente fiera” da aver messo sul profilo Whatsapp la foto dei suoi figli e di un altro bambino “vestiti da combattenti e con il dito alzato a indicare Dio”. Per i quatto bambini di Alice Brignoli, che nel 2015 con il marito di origine marocchina, Mohamed Koraichi, fuggì da Bulciago nel Lecchese per aderire all’Isis, dopo cinque anni, per dirla con gli inquirenti, c’è stato ora un “ritorno alla vita”. Un’operazione del pool antiterrorismo della Procura di Milano e del Ros dei carabinieri ha infatti consentito il loro ritorno in Italia: della madre, dei tre bambini che la coppia aveva portato via dall’Italia e di un quarto che avevano concepito in Siria. La donna oggi sarà interrogata dal gip su ordine del quale, nel 2016, era stata emessa nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare per terrorismo internazionale. Gli investigatori si attendono che possa, nel raccontare la sua esperienza, anche fornire informazioni su altri soldati dell’Isis. Alice Brignoli faceva parte dello stesso gruppo in cui militava Abderrahim Moutaharrik, chiamato il “pugile dell’Isis” in quanto praticava a buon livello kick boxing, condannato sempre per terrorismo. Per questo ora è in carcere, mentre i suoi quattro figli, seguiti dal Tribunale dei minori, sono stati temporaneamente affidati ai Servizi sociali del Comune di Milano e collocati in una comunità. Per il pm Alberto Nobili, capo del pool, la vicenda che ha riportato in patria la Brignoli e i suoi figli dimostra come il terrorismo “non si combatta solo con le indagini, ma anche con l’umanità”, mentre il comandate del Ros, Pasquale Angelosanto, ha evidenziato il pericolo sventato, spiegando che i quattro bambini riportati in Italia, se lasciati in quel campo siriano, sarebbero diventati dei “potenziali terroristi”. Bambini (il maggiore ha undici anni) che, invece, stando agli investigatori, erano “felicissimi” quando hanno capito che la condizione era cambiata, così come la madre è apparsa “sollevata e serena”. Secondo il procuratore di Milano, Francesco Greco, l’operazione è stata rilevante in quanto “è durata cinque anni durante i quali il pool antiterrorismo e le forze dell’ordine non hanno mai mollato. E non molleranno mai. Perché il terrorismo, interno ed esterno, è una minaccia presente e costante”. Ora i quattro bambini cercheranno di dimenticare gli orrori del campo di Al-Hawl, dove si trovano prigionieri siriani ed iracheni e, in un altro settore, stranieri. Sono stati Fbi e curdi a intrattenere i rapporti con le Autorità italiane al fine della riconsegna e del rimpatrio, cui hanno collaborato anche gli 007 dell’Aise. La famiglia è quindi in Italia a bordo di un velivolo della presidenza del Consiglio. La Procura di Milano è intanto al lavoro per fare in modo che altri familiari di foreign fighters italiani siano riportati in Italia.
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