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In piazza per il sindacalista ucciso

NOVARA/IL CAMIONISTA: “E’ SUCCESSO UN CASINO”. CORDOGLIO IN TUTTA ITALIA



di Alessandro Galavotti

NOVARA. Chiarire la consapevolezza del rischio della manovra compiuta dal camionista che venerdì a Biandrate (Novara) ha investito e ucciso il sindacalista Adil Belakhdim, 37enne durante un presidio di protesta. E’ uno degli aspetti su cui lavora la procura di Novara dopo l’arresto di Alessio Spasiano, 26 anni, residente a Baia e Latina (Caserta), accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. Si è appreso che subito dopo il tragico fatto, il camionista che lavora per un’azienda di Castellamare di Stabia che trasporta cibi surgelati, ha telefonato al suo padrino di cresima, un sovrintendente della Polizia di Stato. Gli ha raccontato “è successo un casino”, mentre si allontanava. Il poliziotto l’ha invitato a “tornare indietro” per evitare “guai peggiori”. Spasiano si è poi costituito ai carabinieri. Nell’investimento un altro sindacalista è rimasto lievemente ferito e un terzo ha dovuto ricorrere alle cure mediche per lo stato di choc. Il camionista, che ha due figli, ogni settimana lavora al nord per le consegne nei vari punti vendita e torna a casa nel weekend. Venerdì a Biandrate aveva scaricato la merce in un punto della catena Lidl, nell’area commerciale e logistica in provincia di Novara. A Biandrate è proseguito il doppio presidio, da una parte i sindacati confederali, dall’altro i Sì Cobas, di cui la vittima era un coordinatore interregionale; la protesta andrà avanti anche per tutta la giornata di domenica, dalle 6 alle 24. A Roma sito in in piazza della Repubblica a Roma e un successivo corteo, a sostegno dei lavoratori della logistica, iniziative promosse dal ‘Patto d’azione anticapitalista’ a cui aderiscono diverse sigle a partire dal Si Cobas. Molte le bandiere rosse dei “Cobas Lavoratori organizzati”. Sugli striscioni alla manifestazione le frasi “Per Adil assassinato per il prodotto. Mobilitazione immediata per i crimini dei padroni”. “Oppure “siamo tutti Adil”, “Giustizia, giustizia”. “Sindacalisti uccisi, squadre armate ingaggiate dalle aziende per pestare chi sciopera. Sembrano gli anni ’20 di un altro secolo ma e? l’Italia di oggi”, ha detto Lorenzo Lang, segretario del Fgc, Fronte della Gioventù comunista, una delle sigle che ha promosso la manifestazione a Roma. Sul tema si registra anche l’intervento dell’ex premier Giuseppe Conte che invoca un nuovo statuto delle imprese, “necessario per semplificare e creare condizioni di sviluppo e crescita. Ma pretendiamo - aggiunge - anche un nuovo Statuto dei lavoratori. Non si può morire come Adil mentre si lotta per i propri diritti. - prosegue Conte - Non si può essere aggrediti durante un presidio, come è successo ad alcuni lavoratori della logistica settimane fa”. Interviene anche il sindacato di polizia Siulp. “Stiamo vivendo - dice il segretario provinciale novarese Tommaso di Gaudio - un tempo di arretramento dei diritti su tutti i fronti, nell’ambito del lavoro ancora di più, nel quale, sull’altare del profitto, si è disposti a sacrificare tutto, la dignità dei lavoratori ed anche la vita umana. “Sembrerebbe che le lotte sindacali non siano valse quasi a nulla. Invece, per fortuna di tutti, nel mondo del lavoro, il movimento sindacale esiste e continuerà ad esistere con la contrattazione collettiva dei diritti, a fronte della contrattazione individuale che sottoporrebbe il lavoratore a essere solo nel confronto”.

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