Incendio nel Tribunale
- direzione167
- 5 giu 2022
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MILANO/INAGIBILI TRE PIANI, IL PIÙ ALTO, IL SETTIMO, SEMIDISTRUTTO DALLE FIAMME
di Stefano Rottigni

MILANO. Tre piani inagibili, il più alto, il settimo, semidistrutto, con la cancelleria del gip completamente bruciata, il quinto e il sesto con i pavimenti ricoperti di un denso strato di fuliggine. Nel Palazzo di Giustizia di Milano vuoto, intorno alle 5 e 30, si è scatenato l’inferno. Un incendio ha devastato computer, stampanti, arredi, probabilmente alimentato dalle risme di carta e dai documenti in archivio. Le fiamme sono state domate solo dopo ore, con l’intervento di numerose squadre dei vigili del fuoco, arrivati anche con un’unità mobile per la protezione delle vie respiratorie. Per tutta la mattinata un odore acre, che prendeva alla gola, è rimasto nell’area intorno al palazzo realizzato da Piacentini negli anni ’30, mentre i pochi avvocati che in questi giorni lo frequentano per le urgenze (l’attività è ridotta all’essenziale per l’allarme Coronavirus) rimanevano attoniti a osservare dietro il nastro posto dai vigili. Tra i primi a intervenire sul posto, il pm Alberto Nobili e il procuratore Francesco Greco, con i carabinieri. E’ stato un “bel disastro”, ha sintetizzato Nobili allargando le braccia: “E’ stato un incendio violentissimo con danni terribili”, ha aggiunto. L’ipotesi è quella di un cortocircuito ai sistemi informatici, spesso in “sovraccarico” al Palagiustizia. “E’ stato un danno importante, la cancelleria centrale è distrutta”, ha aggiunto il presidente dell’Ufficio gip di Milano Aurelio Barazzetta il quale ha confermato che al momento dell’incendio negli uffici non c’era nessuno. I dipendenti amministrativi pensano già a come cercare di recuperare la funzionalità degli uffici “per fortuna sono anni che i documenti sono digitalizzati quindi non dovrebbero essersene persi molti, forse le istanze arrivate ieri ma che sono comunque ormai notificate tramite posta elettronica e quindi lasciano traccia”. Certo è che il lavoro, al settimo piano, non è destinato a riprendere lunedì. I cancellieri dovranno individuare un altro spazio fisico per poterlo fare, dovranno essere fatte verifiche sulla stabilità della struttura mentre il quinto e il sesto piano, dove hanno sede la Dda e alcune sezioni civili, dovranno essere ripulite dalla fuliggine e sanificati. Qualcuno ricorda che, in passato, vi erano stati altri incendi, l’ultimo due anni fa nell’ufficio di un gip. “Mai, però, devastante come questo”, commentano. La situazione più critica la sta vivendo il Tribunale di Sorveglianza. Il presidente, Giovanna Di Rosa, spiega che è “tutto allagato, tutto buio, non abbiamo potuto fare il turno di oggi”, proprio in un mo- mento in cui il Tribunale è più impegnato di tutti sul fronte dell’emergenza Coronavirus, con le scarcerazioni da valutare ed effettuare per alleggerire la pressione sulle carceri. “Le cause e i danni verranno accertati ma quello che mi preme adesso è esprimere tutta la mia vicinanza, in un momento già difficilissimo per tutta la città di Milano, ai magistrati,agli avvocati, al personale e a tutti coloro che lavorano negli uffici giudiziari milanesi. Donne e uomini che in queste settimane durissime stanno spendendo ogni possibile energia per non consentire all’emergenza coronavirus di fermare la giustizia”, ha commentato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede
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