Incognita Trump sull’alleanza
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
VERTICE NATO/IL PRESIDENTE CERCA DI OSCURARE L’IMPEACHMENT, ASSE CON MACRON

WASHINGTON. L’Alleanza Atlantica compie 70 anni. Ma al vertice Nato di Londra potrebbe esserci ben poco da festeggiare. Raramente i leader alleati si sono ritrovati attorno allo stesso tavolo in un simile clima di tensione, ognuno portatore di una propria visione, divisi su come ridisegnare le relazioni transatlantiche e su come affrontare le sfide di un mondo e di una mappa geopolitica che cambiano sempre più in fretta. Le parole di qualche giorno fa di Emmanuel Macron, che ha parlato di “morte cerebrale” dell’organizzazione, pesano come macigni. E lasciano intravedere un possibile nuovo inedito asse con Donald Trump. Il presidente americano, secondo quanto si apprende, avrà anche un incontro bilaterale con Giuseppe Conte a margine dei lavori. Ma a pesare sul summit sono inevitabilmente anche le vicende personali di molti dei leader. Nonostante la Brexit il premier britannico Boris Johnson vuole dimostrare come l’uscita dalla Ue non pregiudichi l’impegno del suo Paese nella Nato, mettendo anche in guardia l’amico Trump dal non interferire nelle vicende interne del Regno Unito. Osservato speciale sarà poi il sultano turco Recep Tayyip Erdogan, nel mirino degli europei per l’offensiva contro i curdi nel nord della Siria. Ma ancora una volta la vera incognita è cosa farà il presidente Usa, volato in Europa quasi fuggendo dalla morsa dell’impeachment. Un tycoon mai come in questa occasione in cerca di legittimità e visibilità in campo internazionale, per oscurare il processo che sta subendo in casa e che rischia di minare le sue chance di rielezione nel 2020. Del resto il summit Nato prende il via proprio nel giorno in cui si apre in Congresso una nuova cruciale fase dell’inchiesta, quella che dovrebbe portare entro Natale al voto della Camera sulla messa in stato di accusa del presidente, rassegnato oramai a sottoporsi nel nuovo anno al giudizio del Senato. Non nuovo ai colpi di scena, cosa abbia in serbo Trump per trasformare Londra in una vetrina che rafforzi la sua immagine sono in molti a chiederselo, dopo i ripetuti scontri sul contributo dei singoli Paesi all’Alleanza. Del resto il tycoon al vertice di Bruxelles lo scorso luglio arrivò ad agitare lo spettro di una clamorosa uscita degli Usa dall’organizzazione, con tanto di incidente diplomatico con Angela Merkel, mollata nel mezzo delle sue dichiarazioni finali. Uno sgarbo che difficilmente la cancelliera tedesca avrà archiviato. Ad accentuare le tensioni potrebbe poi essere il pressing di Washington sugli europei affinché rinuncino a collaborare con i cinesi per realizzare le reti di nuova generazione 5G. “Non dovete fidarvi di società come Huawei o Zte”, ha scritto il segretario di Stato americano Mike Pompeo in una lettera aperta agli alleati del Vecchio Continente, sottolineando come per gli Usa sia una questione di sicurezza nazionale. “E’ fondamentale che i Paesi europei non consegnino il controllo delle loro infrastrutture vitali”, ha affermato Pompeo: “Con le capacità del 5G il partito comunista cinese può utilizzate l’accesso di Huawei o Zte nei Paesi europei per rubare informazioni, spiare o sabotare reti infrastrutturali critiche”. Secca la risposta di Huawei che parla di “accuse diffamatorie e false che fanno male alla reputazione degli Stati Uniti”.
















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