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Incontro da equilibristi

PARIGI/IL SEGRETARIO DI STATO POMPEO RICEVUTO DAL PRESIDENTE MACRON



di Tullio Giannotti

PARIGI. Una prestazione da equilibrista quella di Emmanuel Macron, che ha ricevuto il capo della diplomazia americana Mike Pompeo, uno dei sostenitori più irriducibili di Donald Trump, con il presidente uscente che non ha ancora concesso la vittoria a Joe Biden. Con il quale il presidente francese, come i suoi omologhi europei, si è già congratulato per la conquista della Casa Bianca avviando un dialogo sui futuri rapporti con l’Europa. Nessuna telecamera, zero microfoni, macchine fotografiche assenti all’Eliseo per la delicata visita di Pompeo. Analoga atmosfera poco prima al Quai d’Orsay, per l’incontro con l’omologo francese del segretario di stato Usa, Jean-Yves Le Drian. L’unico elemento che ha fatto trapelare Parigi è che la Francia ha accettato di ricevere Pompeo - probabilmente alla sua ultima visita nella Ville Lumière da segretario di stato - su sua richiesta e “in assoluta trasparenza con la squadra del presidente eletto, Joe Biden”. Tutto questo, mentre la diplomazia parigina è al lavoro per una rifondazione delle relazioni transatlantiche con la nuova amministrazione americana. “Mike Pompeo resta in carica fino al 20 gennaio - ha sottolineato una fonte diplomatica a Parigi - ed è quindi normale e rispettoso delle istituzioni americane che venga ricevuto. Pompeo, a riprova del suo schieramento senza tentennamenti, ha affermato nei giorni scorsi che “ci sarà una transizione morbida verso una seconda amministrazione Trump”. Nella stessa occasione aveva criticato i leader stranieri che avevano già preso contatto con l’avversario democratico per la Casa Bianca. Con la Francia, ma più in generale con l’Europa, sono sul tavolo questioni scottanti che - con il cambio di amministrazione - i paesi Ue stanno cercando di anticipare. C’è l’Afghanistan, con il ritiro delle truppe americane annunciato da Trump, che potrebbe accelerarlo prima della fine ufficiale del suo mandato, il 20 gennaio. Una soluzione che all’Europa non piace. Ci sono poi Iran, clima e commercio, i tre temi che più hanno approfondito la distanza fra Europa e Usa negli ultimi 4 anni: sul primo tema, l’Europa ha insistito sull’accordo con Teheran rinnegato da Trump puntando proprio all’arrivo di un nuovo presidente per riannodare i rapporti diplomatici con l’Iran, mentre sul clima Biden dovrebbe fare marcia indietro rispetto alla politica di Trump, che ha fatto semplicemente uscire gli USA dagli accordi di Parigi. Il tour d’addio di Pompeo prosegue in Turchia, dove incontrerà il patriarca della chiesa ortodossa ma non le autorità di Ankara, con le quali i rapporti sono tesi. Tappa, quindi, in Georgia, poi a Gerusalemme, quindi nel Golfo. In Israele, incontrerà fra l’altro il ministro degli Esteri del Bahrein Abdullatif bin Rashid Al Zayani, al primo viaggio nello Stato ebraico da quando sono stati firmati gli Accordi di Abramo fra i due Paesi. Dopo una lunga esitazione, anche il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha riconosciuto la vittoria elettorale di Joe Biden, definendolo “grande amico di Israele”. Subito dopo ha reso omaggio a Trump per quanto fatto in questi 4 anni per Israele, dallo spostamento dell’ambasciata Usa a Gerusalemme al riconoscimento della sovranità israeliana sul Golan, dagli storici accordi di Abramo con i Paesi del Golfo al contrasto all’Iran.

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