Inflazione, si preannuncia uno scontro sul Qe
- direzione167
- 5 giu 2022
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Bce/La presidente Lagarde indica un rallentamento degli acquisti di bond col programma pandemico «Pepp»

di Domenico Conti
ROMA. Una ripresa vigorosa, un'inflazione di fondo con pressioni al rialzo "intensificate". La Bce prende atto delle condizioni mutate nell'economia, che l'hanno spinta a rivedere al rialzo le stime di crescita e inflazione. Ma ribadisce che la fiammata dei prezzi è temporanea, senza quindi sbilanciarsi sulle prossime decisioni in tema di acquisti di debito su cui, in vista del Consiglio direttivo di dicembre, si prepara un confronto serrato. La presidente Christine Lagarde ha annunciato due settimane fa che, dopo l'accelerazione data nel secondo e terzo trimestre, rallenteranno gli acquisti di bond col programma pandemico 'Pepp'. E che sul 'dopò, ossia su cosa fare in vista della scadenza del Pepp a marzo, si deciderà a dicembre. Il Bollettino economico uscito ieri è laconico: la Bce è pronta rimodulare "a le altre misure tese a rispettare il mandato di stabilità dei prezzi conferito alla Bce", e cioè gli acquisti col precedente programma App, i tassi d'interesse, le aste di rifinanziamento come la nona tranche del Tltro3 assegnata oggi, 97,6 miliardi di euro a tre anni a 152 banche. Cautela che riflette il confronto in atto fra le due anime nel Consiglio direttivo. Sullo sfondo c'è una crescita che, dopo il 2,2% del secondo trimestre, promette una seconda metà dell'anno ancora forte, andando verso una crescita 2021 stimata al 5%. E un'inflazione che dopo il 3% di settembre promette di aumentare ancora, ancorché, puntualizza la Bce, abbia natura "perlopiù temporanea", dovuta ai rincari dell'energia e dei noli di container. Le stime dicono 2,2% nel 2021, 1,7% nel 2022, 1,5% nel 2023: a "una certa distanza" dall'obiettivo del 2%. Per una parte, ormai consistente, dei governatori a Franco- forte, simili stime d'inflazione sono già superate e dovranno essere riviste al rialzo a dicembre. Senza scomodare lo scenario di 'staglazione’ evocato dall'economista- guru Nouriel Roubini, l'inflazione globale tornata a correre suggerirebbe alla Bce di dare un colpo di freno. Basta guardare alla Fed, che ha dato per acquisita la riduzione degli acquisti di bond e parla di un aumento dei tassi nel 2022. Alla Bank of England, dove - pur lasciando Qe e tassi fermi - due consiglieri hanno votato nello stesso senso: i mercati si aspettano un rialzo dei tassi già a febbraio, e secondo Jp Morgan la BoE "ha creato spazio per un potenziale aumento dei tassi già a novembre o dicembre" di quest'anno. La Norvegia è stata la prima, fra economie avanzate, ad alzare i tassi nel post-pandemia. Per i 'falchì, il mantra dell'inflazione "temporanea" è ormai una foglia di fico: il vero imbarazzo delle banche centrali è chiudere con la stagione decennale della moneta a costo zero. Le 'colombe’ nel Consiglio Bce, invece, pensano che l'inflazione tornerà a sgonfiarsi. E che la Bce debba andarci coi piedi di piombo nella riduzione degli acquisti. Anzitutto perché - dicono - la fiammata dei prezzi, alla lunga, non reggerà. E poi perché durante la pandemia il Pepp ha finanziato larga parte dei deficit che hanno consentito lo stimolo di bilancio a Paesi come Italia o Spagna. Dare un taglio netto - è il timore - rischierebbe di creare un 'cliff effect', shock improvviso a imprese e banche che poggiano sull'impalcatura di garanzie statali al credito e rendimenti sovrani compresi dalla Bce. Un compromesso difficile da trovare per Lagarde a dicembre: l'idea è confermare la chiusura del Pepp (che viaggia a circa 60 miliardi al mese) a marzo 2022, mantenendo gli acquisti di debito col programma App. Magari alzandolo a 40 miliardi al mese, dagli attuali 20. Il confronto toccherà anche il tema della 'flessibilità': col Pepp la Bce può deviare dalla regola che impone un tetto (pari alla quota nazionale nel capitale Bce) agli acquisti di debito di ciascun Paese. Una caratteristica del programma pandemico che è riuscita a comprimere i rendimenti di Paesi come l'Italia, e che si discute se trasferire all'App.
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