“Io non faccio la guerra”
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
FRANCIA/POLEMICHE SULLE NOMINE DI DUPOND-MORETTI E DARMANIN. GUARDASIGILLI CHIEDE DIALOGO

di Tullio Giannotti
PARIGI. "Non faccio la guerra a nessuno": alto, grosso, descritto come "l'orco" che nelle aule di tribunale divora giudici e procuratori, l'avvocato Eric Dupond-Moretti è da ieri ministro della Giustizia. Per provare a riportare la calma - con la magistratura che ha accusato il presidente Emmanuel Macron di "provocazione" con la sua nomina - ha assicurato: "io non faccio la guerra a nessuno". Se non c'è guerra, il primo giorno di governo del nuovo premier Jean Castex è tra- scorso in acque agitate. E non soltanto per il mediaticissimo Dupond-Moretti, ma anche per Gérald Darmanin che diventa ministro dell'Interno nonostante sia indagato per violenza sessuale e per tutta una svolta "a destra" che viene attribuita al presidente della Repubblica. "Sarò il guardasigilli del dialogo" ha detto l'avvocato di origine franco-italiana che ha conservato entrambe le nazionalità (quella dell'Italia gli arrivava dalla mamma, Elena, che era una semplice donna delle pulizie). La risposta era diretta al principale sindacato della magistratura, che ieri sera dopo l'annuncio della nomina dell'avvocato celebre e spregiudicato nella scelta dei clienti (fra i quali sospetti terroristi, affaristi accusati di bancarotta, ecc.) aveva parlato di "dichiarazione di guerra". "Non farò la guerra a nessuno - ha detto indossando, come non gli capita quasi mai, la cravatta, per il passaggio delle consegne con la ministra uscente, Nicole Belloubet - sarò il ministro del dialogo". Le sue prime parole sono state per "tutta la famiglia giudiziaria: magistrati, pubblici ufficiali, membri delle professioni connesse" di chi ha annunciato di voler ricevere "tutti i rappresentanti". Poi, il programma: "voglio andare avanti sul progetto che mi sta più a cuore: l'indipendenza della giustizia. Auspico di essere il ministro che porterà finalmente questa riforma della procura tanto attesa". Antirazzismo e diritti umani saranno in alto nella sua agenda, così come una correzione della politica carceraria tale da evitare alla Francia ulteriori richiami da parte della Corte europea dei diritti umani. Ma Dupond-Moretti non è l'unico ad aver creato scandalo fra le nomine di Macron. C'è anche Darmanin, con le accuse di violenza sessuale da parte di una donna, risalenti al 2009. Erano state archiviate in prima istanza, ma la corte d'appello ha ordinato di riprendere l'istruttoria. Una ventina di femministe hanno tentato di avvicinarsi ieri mattina all'inferriata del recinto del ministero dell'Interno durante la cerimonia del passaggio di consegne con Christophe Castaner, gridando "Darmanin, dimettiti" e "Darmanin, stupratore". Tre manifestanti del gruppo delle "Femen" hanno tentato di avvicinarsi al palazzo dell'Eliseo per protestare nel pomeriggio durante il primo consiglio dei ministri. Da più parti, anche invocando la presunzione di innocenza, si ritiene che l'uscita del contestato Castaner (aveva ormai contro sia i manifestanti sia i poliziotti) non porterà i suoi frutti in popolarità visto che il sostituto, Darmanin, sembra fin da subito più inviso di lui.
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