Ita, tutto pronto perché sia venduta
- direzione167
- 5 giu 2022
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Aerolinee/Decreto per la privatizzazione (e non c’è solo Lufthansa)

ROMA. Parte ufficialmente la privatizzazione di Ita Airways. Il governo ha varato il decreto che avvia l’iter per la ricerca di un partner per la compagnia pubblica nata quattro mesi fa dalle ceneri di Alitalia. Due le opzioni previste: offerta pubblica o vendita diretta. Al momento sul tavolo c’è solo la manifestazione di interesse presentata da Msc e Lufthansa, ma il governo assicura che i pretendenti ci sono. Il Mef, azionista unico di Ita, resterà nel capitale con una quota di minoranza, che in una seconda fase potrebbe anche essere venduta. Il nuovo step era atteso da settimane, visto che a fine gennaio si è fatta avanti formalmente la cordata Msc-Lufthansa. Ma per poter procedere serviva prima la cornice giuridica, che viene ora fornita dal Dpcm (decreto del presidente del consiglio dei ministri) che avvia la “procedura per la vendita di Ita”, annuncia il presidente del consiglio Mario Draghi. Con il provvedimento, illustrato nel consiglio dei ministri, si apre il “processo di ricerca di un partner” per Ita, per il quale - chiarisce il titolare del Tesoro Daniele Franco - “seguiremo le usuali procedure: offerta pubblica o vendita diretta”. La prima prevede che si individui una quota da vendere che viene messa sul mercato, con la seconda si avvia una trattativa privata con un unico offerente. Due canali paralleli percorribili a seconda delle condizioni che si verranno a creare. “Abbiamo dei soggetti interessati a questa operazione”, spiega Franco, che ora dovrà procedere alla selezione degli advisor legale e finanziario che assisteranno il Mef durante l’intera procedura di privatizzazione e sonderanno il terreno per capire quale delle due strade scegliere. Sul tavolo al momento c’è solo la proposta della cordata formata dal colosso del cargo Msc e dalla compagnia tedesca Lufthansa, che il 24 gennaio hanno annunciato la manifestazione di interesse per acquistare la maggioranza della compagnia italiana, chiedendo un periodo di esclusiva di 90 giorni. Si attende ora che scoprano le carte gli altri potenziali interessati. Circola sempre il nome di Air France, che però, non avendo ancora restituito gran parte degli aiuti Covid, non può entrare nel capitale di Ita. Delta, secondo indiscrezioni di stampa, avrebbe annunciato al governo l’intenzione di presentare una manifestazione di interesse: ma la compagnia, interpellata su questo, non risponde e ribadisce la posizione già espressa il 28 gennaio (“sta monitorando gli sviluppi della ‘lettera di interesse’ dal Gruppo Msc e Lufthansa” ed è “impegnata a rafforzare” la partnership già creata con Ita). In questo processo il Mef resterà inizialmente azionista di Ita, ma non è escluso che in una seconda fase possa anche uscire del tutto. È il dpcm a fissare la questione delle quote, spiega Franco: “Prevediamo che in una prima fase il Mef mantenga una quota minoritaria e non di controllo di Ita, che potrà in una fase successiva essere venduta. Nella fase iniziale il governo sarà presente”. Una rassicurazione che per qualcuno non basta. Si “può ufficialmente dire che l’Italia non avrà più una compagnia di bandiera”, avverte il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, che parla di “svendita di un ulteriore asset” del Paese. I sindacati vanno in pressing sul governo perché mantenga una quota di maggioranza: “Per noi rimane imprescindibile che la compagnia non venga svenduta e lo Stato mantenga una quota di partecipazione maggioritaria potendo esercitare in ogni momento la cosiddetta Golden Power”, sottolinea la Filt Cgil. Non è stata invece fissata una cornice temporale. “Non abbiamo un programma in cui predeterminiamo i tempi”, precisa Franco. L’orizzonte quindi al momento al momento quello indicato dal management di Ita, che è di finalizzare l’alleanza entro giugno.
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