Italia fanalino di coda nell’Ue
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
MANOVRA/ULTIMA PER LA CRESCITA, IL MERCATO DEL LAVORO SI DETERIORA

di Chiara De Felice
BRUXELLES. Inchiodata per quest’anno e anche per il prossimo ad una stagnazione da cui fatica a tirarsi fuori. Con un mercato del lavoro in deterioramento, la produttività in calo e un debito pubblico che continua a salire. Per la Commissione Ue nel 2019 e 2020, così come è stato nel 2018, l’Italia è il Paese europeo che cresce meno. Ma il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri non si allarma, considera le nuove stime europee in linea con quelle del Governo e resta convinto che il Pil dell’anno prossimo sarà più alto del previsto. Bruxelles vede l’economia italiana in stallo dall’inizio del 2018, “e ancora non mostra segnali significativi di ripresa”. Per questo ha lasciato invariata rispetto all’estate la stima sul Pil 2019 (+0,1%), e tagliato invece quella sul Pil 2020 (da +0,7% a +0,4%). L’anno prossimo c’è una “modesta” ripresa della crescita, “grazie a domanda esterna e spesa delle famiglie, che però è attenuata dal mercato del lavoro in deterioramento”. Si tratta di un allarme nuovo, che emerge con chiarezza “dagli ultimi dati”. E’ probabile, spiega la Ue, che “il calo della produttività spinga i datori di lavoro a tagliare posti o ricorrere a contratti temporanei”. Inoltre, un ruolo lo gioca anche il reddito di cittadinanza, sebbene per un puro effetto tecnico: il numero dei senza lavoro aumenterà visto che molti si iscriveranno al registro dei disoccupati per avere il sussidio. La situazione, insomma, resta critica, visto che anche per Eurozona e Ue in generale le stime vengono tagliate. E quindi i rischi sulle prospettive di crescita dell’Italia “restano ancorati al ribasso”. Inoltre, il Paese resta esposto a “un ulteriore deterioramento dell’economia globale e al potenziale peggioramento delle condizioni di finanziamento, a causa del suo debito elevato”. Stavolta, però, Bruxelles non lancia nessun allarme sul debito pubblico, nonostante viaggi al rialzo verso nuovi record. Secondo le nuove previsioni autunnali, nel 2019 salirà a 136,2%, e nel 2020 a 136,8%. Il deficit resta invece al 2,2% quest’anno, e 2,3% il prossimo. A pesare sul debito sono “debole crescita del Pil nomi- nale, deterioramento dell’avanzo primario” e “costo in aumento delle misure passate” cioè reddito di cittadinanza e quota 100, “che solo l’anno prossimo mostreranno pienamente il loro costo annuale”. Ma non è più tempo di avvertimenti all’Italia. Anzi, arriva quasi una promozione in anticipo sulla manovra. “Stavolta non ci sarà né il respingimento né l’aper- tura di una procedura” per debito eccessivo, ha annunciato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, respingendo le accuse di chi sostiene che abbia più riguardo per questo Governo che con il precedente. “Non abbiamo usato due pesi e due misure” rispetto all’anno scorso, ma “lo scambio di lettere quest’anno si è avuto in un altro spirito, con un altro approccio, e il dibattito sul bilancio non si può paragonare”, ha spiegato. La manovra sarà quindi promossa ma le critiche non mancano. In particolare, la Commissione esprime dubbi sul gettito delle misure anti-evasione, “soggetto a qualche incertezza”. Per Gualtieri, più che di una critica si tratta di “cautela ordinaria”, perché le misure di previsione del gettito “sono per definizione soggette a incertezza”. Per l’Italia sono addirittura “sottostimate”, perché “crediamo siano maggiori”. Del resto, Bruxelles ha già ottenuto da Roma quello che voleva: il congelamento di 1 miliardo di euro, come “clausola di salvaguardia” che aiuterà a contenere l’aumento della spesa pubblica.
Kommentare