Italia: i lavori stanno cambiando
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Lo studio/Il Pil trainato dai consumi, ma servono professioni di alto livello

di Marco Assab
ROMA. Il Pil italiano nel 2021 crescerà del +5,8%, trainato dai consumi delle famiglie, in crescita del 4,7% rispetto al 2020, e dagli investimenti privati, per i quali si prevede un incremento di circa il 16%. A fare il punto sui numeri della ripartenza italiana è uno studio di EY , presentato durante la seconda giornata dell’EY Digital Summit. La spinta alla ripresa arriva dal Pnrr ma, avverte il ceo di EY in Italia, Massimo Antonelli, per concretizzare questa opportunità occorre “partire dall’attuazione delle riforme, dei processi semplificativi e dalla creazione di nuove competenze per le generazioni future”. Rialza la testa l’industria, che nei mesi estivi ha iniziato a rimettersi in salute e si avvia verso una crescita robusta a fine 2021. In particolare, secondo le stime di EY , l’industria manifatturiera italiana si posizionerà tra il +10% e il +15%, recuperando i valori pre-crisi intorno alla metà del 2022, con performance di crescita migliori delle industrie tedesche, francesi e spagnole. Ma la sfida è far sì che questa ripresa sia duratura. Necessario, a questo proposito, puntare su formazione e competenze per riuscire ad affrontare i rapidi cambiamenti economici e sociali. Da una analisi di EY e ManpowerGroup emerge come la domanda di oltre l’85% delle professioni attualmente censite cambierà, polarizzandosi sempre di più verso i profili professionali a qualifica medio-alta e alta. Per il 94% delle professioni serviranno investimenti in riqualificazione e riconversione. Focus poi sull’evoluzione demografica e le ripercussioni economiche. Secondo EY nei prossimi 10 anni circa 3,5 milioni di persone cesseranno di lavorare per il raggiungimento dell’età pensionabile, “ponendo seri dubbi - sottolinea l’analisi - sulla stabilità del sistema nel medio-lungo termine, dal punto di vista economico, previdenziale e sociale”. Uscite che potrebbero essere compensate valorizzando il lavoro femminile e dei giovani, ma al momento i tassi di attività femminile in Italia restano più bassi spetto all’Europa (58,6% in Italia, contro il 72,1% in EU- 27). I giovani Neet invece (ragazzi che non lavorano né studiano né sono impegnati in formazione) nella fascia 20- 34 anni sono il 29,4% in Italia, contro il 17,6% della media europea, il 18,3% della Francia e l’11,1% della Germania. Tuttavia l’invecchiamento della popolazione può anche creare delle opportunità. Secondo EY i consumi degli over 65 sono stimabili in circa 200 miliardi annui, di cui un 7- 10% a sostegno dei nuclei familiari di figli e nipoti, “ma con potenzialità non del tutto esplorate”.
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