L'addio di Palermo a Letizia Battaglia, donna libera La figlia: ha voluto fotografassi la sua morte
- direzione167
- 5 giu 2022
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di Lara Sirignano

PALERMO 14 aprile. Quando una delle sue foto più celebri - la ragazza col pallone - viene esposta dietro la bara, la folla applaude. Sul feretro due mazzi di fiori di campo "quelli che piacevano a lei", dice la figlia Shobba, fotografa come sua madre Letizia, donna libera che ha raccontato miserie, grandezze, dolori e speranze di Palermo, morta la scorsa notte. Accanto a Shobba, nella camera ardente allestita a Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, c'è il sindaco Leoluca Orlando, l'amico di una vita che l'aveva voluta nella sua giunta.
Decine le persone arrivate a rendere omaggio a Letizia Battaglia che domani, dopo l'ultimo saluto, verrà cremata. E' stata lei stessa a chiederlo, come è stata lei a chiedere che le sue ceneri siano disperse nel mare che tanto amava. "Deve essere una grande festa, come lei avrebbe voluto", dice Shobba. "Sia una festa", è anche l'invito di Leoluca Orlando. Shobba le è stata accanto fino alla fine e ha esaudito il suo ultimo desiderio: essere fotografata nel tornante conclusivo della sua vita. "Se ci sono le foto di quando sono nata ci devono essere quelle di quando sono morta. Devi raccontare la mia malattia e il mio trapasso", ha chiesto alla figlia.
Trasgressiva, controcorrente, capace di cogliere anche la bellezza della morte, lei che ha fotografato e raccontato gli omicidi di mafia, gli anni bui di Palermo, "ora - aggiunge Shobba - è la mamma di tutti. È libera e vive nei ricordi di tutti. Per questo faremo una grande festa ". Decine i messaggi di cordoglio: politici, il ministro della Cultura Franceschini, il presidente della Camera Fico, compagni di tante battaglie, amici.
"Classificarla come una fotografa di mafia - dice Orlando - è riduttivo. Lei ha mantenuto una grande umanità davanti ai volti di feroci criminali e, con i suoi scatti, ha accompagnato questa città nel cammino di liberazione da Cosa nostra anche con il suo l'impegno di assessore e di parlamentare regionale. La sua vita è stata un continuo richiamo a rendere tutto visibile ". "Con Letizia Battaglia se ne va una poetessa. L'unica capace di raccontare, senza dover cercare inutili rime, una Palermo di speranza e disperata", ricorda Claudio Fava, deputato regionale, scrittore ed esponente di quell'antimafia tanto vicina alla fotoreporter. "Senza Letizia e le sue fotografie che hanno impedito di volgere altrove lo sguardo, la storia di Palermo, della Sicilia, ma anche del nostro Paese sarebbero più povere e incomplete", scrive don Ciotti, fondatore di Libera.
A renderle omaggio c'è anche un anziano collega, Gigi Petyx. "Quando arrivò lei, unica donna fotografa in redazione, e io incrociai il suo sguardo, capii subito che con la sua tenacia e i suoi occhi, avrebbe fatto grandi cose. Ciao Letizia", dice commosso. (Ansa)
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