L’antisemitismo spacca Fi
- direzione167
- 5 giu 2022
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FORZA ITALIA/LA COMMISSIONE SEGRE CREA POLEMICHE, BERLUSCONI CORRE AI RIPARI
di Giovanni Innamorati

ROMA. Silvio Berlusconi tenta di fermare lo scontro interno a Forza Italia, riaccesosi dopo l’astensione in Senato sulla Commissione Segre. Il suo chiarimento sulla posizione di Fi sull’antisemitismo - ribadita in una lettera al Giornale - soddisfa molti dei critici, tra i quali però c’è chi solleva il tema della linea politica anche su altri temi in agenda. Il problema è dunque se dopo l’aut aut di Berlusconi di giovedì, il dibattito sia ancora gestibile all’interno del partito o se esso sia il prodromo di una complessa fase politica con seri rischi per la tenuta del partito. “Se qualcuno vuole seguire strade già percorse da altri, ne ha naturalmente la libertà, ma senza danneggiare ulteriormente Fi”, ha dichiarato giovedì sera Berlusconi in una nota in cui ha cercato di chiudere la polemica sulla mozione Segre. Una allusione alla scissione di Giovanni Toti. Il governatore ligure, che giovedì ha incontrato Mara Carfagna dopo le sue critiche sull’astensione di Fi, ha affermato di pensarla come la vicepresidente della Camera. Carfagna, interpellata, ha preferito non fare ulteriori commenti. Lo stesso Toti è scettico sull’uscita di “Mara” da FI, ma si è detto “certo” che se ciò avvenisse “starebbe nella metà campo del centrodestra”, e non andrebbe quindi con Italia Viva di Renzi. Tuttavia cresce il numero dei parlamentari non disposti a “piegare la testa al sovranismo”, come ha spiegato Renata Polverini. Se la partecipazione alla manifestazione della Lega in piazza San Giovanni il 19 ottobre ha spaccato il partito tra i favorevoli schierati con Berlusconi (Gelmini, Bernini, Marin, Mulé, Zangrlo) e i contrari (Carfagna, Brunetta, Can- gini, Polverini), alcuni passaggi parlamentari recenti hanno fatto emergere ulteriori malumori su altri dossier. Per esempio Elio Vito ha votato a favore del decreto sulla cybersicurezza in nome di una opposizione di tipo repubblicano, mentre Cangini ha fatto altrettanto in Senato sulla Convenzione di Faro sull’eredità culturale, entrambi in dissenso dal gruppo. E dopo l’uscita di Trump che ha auspicato l’Italexit, Osvaldo Napoli ha sottolineato la necessità per Fi di confermare l’europeismo come condizione per stringere alleanze con Lega e Fdi.
Anche passaggi in parte minori scatenano un acceso dibattito tra gli azzurri perché, spiega Cangini, “molti di noi hanno l’impressione che Forza Italia stia per rinunciare ai suoi principi, valori e sensibilità”. Questo dibattito rimarrà nell’ambito della dialettica, seppure accesa, di partito o sfocerà in una vera spaccatura? Alcuni deputati come Napoli si dichiarano per la prima ipotesi, dando credito dunque a Berlusconi che si fa garante di un centro-destra plurale, in cui Fi abbia un suo ruolo anche in futuro. Ma il “vediamo cosa succede nelle prossime settimane” di Renata Polverini fa capire che alcuni parlamentari tengono tutte le porte aperte, compresa una convergenza su Italia viva, data ieri in un sondaggio del Corriere della Sera al 6,2%, come Fi.
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