L’attentato croato al Prosecco
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Made in Italy/Quattro vini chiedono la protezione Ue del nome “Prosek”

di Arabella Marconi e Sabina Ricci
ROMA. L’Italia annuncia battaglia in difesa di una delle sue più rappresentative eccellenze, il Prosecco. È di ieri la pubblicazione in Gazzetta Ue della temuta domanda di protezione della menzione tradizionale “Prosek” per quattro vini a denominazione d’origine protetta, da parte della Croazia. Un atto preannunciato giorni fa dal Commissario Ue all’Agricoltura Wojciechowski, che avvia formalmente la procedura di opposizione di 60 giorni da parte di Stati membri e persone fisiche o giuridiche. A scendere in campo il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, seguito dal mondo politico e agroalimentare. No unanime anche dalle Regioni. “Non è stata ancora presa nel merito una decisione definitiva sulla registrazione. Ad oggi la commissione ha dato semplicemente l’assenso alla pubblicazione in gazzetta della domanda”, ha sottolineato Patuanelli in Senato. “Metteremo in campo tutte le nostre forze ed energie per bloccare questa errata e assurda decisione che mortifica la storia e l’identità dei nostri territori e penalizza i nostri produttori e consumatori”. Rivolgendosi ancora all’Aula il ministro si è detto convinto “di avere l’appoggio di tutti e dell’intero Governo per quella che è una battaglia di tutto il sistema Paese a favore di una delle più importati ed esclusive eccellenze”. Secondo il ministro non ci sarebbero le “condizioni giuridiche” per la registrazione della denominazione Prosek da parte della Croazia, perchè “il termine Prosek per affinità fonetica e visiva evoca nella mente del consumatore medio europeo proprio il Prosecco italiano”. Inoltre, ricorda, che è già stato attivato un Tavolo tecnico al Mipaaf “al fine di opporci a quanto proposto dalla Croazia”. “Stiamo lavorando insieme per evitare quella che sarebbe di fatto una istituzionalizzazione dell’italian sounding”, ha confermato il Sottosegretario Mipaaf Gian Marco Centinaio, secondo il quale “bisogna fare presto per bloccare questo errore”. No unanime anche dalle regioni che al termine della Conferenza di ieri hanno sottolineato: “la richiesta della Croazia per la protezione del ‘Prosek’ rappresenta “un pericolo”. Immediato anche il coro di proteste nel mondo politico e in quello agroalimentare. Perchè il nome del vino croato è troppo simile a quello dello spumante italiano. Questo può trarre in inganno i consumatori di tutto il mondo, finendo per nuocere seriamente a quella che è la prima Dop per volume e valore certificato, con oltre 2 miliardi di euro di fatturato annuo sui mercati. Tra l’altro la denominazione è legata a un territorio ben definito e di grande valore: le colline del Prosecco iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità come paesaggio culturale. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha definito “inaccettabile” l’accaduto. Mentre per il presidente del Comitato delle Regioni dell’Ue, Apostolos Tzitzikostas, “ci dovrebbero essere azioni per non indurre in errore i consumatori. Questa è la priorità assoluta per l’Europa e per l’Italia”. Il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, auspica invece “un maggior coinvolgimento di Regioni e comunità locali in questo tipo di dispute”. L’Unione italiana vini ha annunciato il proposito di fare squadra con Francia, Spagna, Portogallo e Germania affinchè le federazioni vini di questi paesi “presentino anch’esse mozioni contrarie all’indicazione della Commissione”.Sulla stessa linea Federvini per “un’azione coordinata tra la filiera, coinvolgendo anche gli altri grandi Paesi produttori di vino europei e il Governo”. “È necessario fare presto - avverte la Coldiretti - per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo”. Perchè, sottolinea Agrinsieme, “la vicenda Prosek crea un pericoloso precedente in Europa, andando contro la filosofia delle denominazioni europee e rischiando di danneggiare fortemente i produttori italiani di Prosecco”.
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