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L’economia resta debole, ma cresce il lavoro

di Chiara Munafò


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ROMA. L'economia italiana resta nella fase di "quasi ristagno" cominciata con il 2018 e ha una dinamica "molto debole", ma migliorano i dati sul lavoro. Lo sancisce l'Istat, che conferma la stima di una crescita del Pil dello 0,1% nel 3o trimestre, la stessa che il prodotto interno registra a partire dalla fine dello scorso anno. L'istituto diffonde anche nuovi dati sulla disoccupazione e sull'inflazione, che risale allo 0,4% a novembre. Il tasso di disoccupazione cala, invece, al 9,7%, nel mese di ottobre, dal 9,9% del mese precedente, e il tasso per i giovani nell'età critica tra 15 e 24 anni scende al 27,8% dal 28,5%. Gli occupati complessivi sono 46 mila in più rispetto a settembre e 217 mila in più rispetto a 12 mesi prima. Restano però in cerca di impiego 2 milione e mezzo di persone, oltre un milione in più rispetto a prima della crisi, nel 2007, quando il tasso aveva raggiunto il minimo storico del 5,8%. E un dipendente su sei ha un contratto a termine, per un totale di più di 3 milioni di persone. "Avanti così!", scrive la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, su Twitter commentan- do i dati sulla crescita dell'occupazione. L'alleato di governo, Matteo Renzi, osserva invece: "Che tristezza vedere i dati Istat dettagliati sul Pil del terzo trimestre 2019! Con le nostre finanziarie la crescita trimestrale italiana era arrivata fino a +1,9% tendenziale. Oggi siamo precipitati allo 0,3%". Intanto dall'opposizione, il deputato leghista Claudio Durigon ascrive al turnover innescato dai pensionamenti di Quota 100 "gran parte" dei dati positivi sul lavoro.

Tornando ai dati Istat, la crescita del Pil acquisita per quest'anno si attesta allo 0,2%, su- perando quella indicata dal governo nella nota di aggiornamento al Def per il 2019 (0,1%). E segnali di recupero arrivano anche dai consumi delle famiglie, che registrano l'incremen- to congiunturale maggiore dall'inizio dello scorso anno (0,4% nel terzo trimestre). E' proprio la domanda interna delle famiglie a trainare, per una volta, mentre calano gli investimenti delle imprese, a partire dal settore dei mezzi di trasporto (-1,9%). Pesano anche i conti con l'estero, con l'export in calo dello 0,1% e l'import in aumento dell'1,3% dai quali deriva un "ampio contributo negativo" alla crescita. Un quadro di debolezza caratterizza pure la di- namica dei prezz nonostante la leggera ripresa dell'inflazione a novembre.. Il 2019 si avvia, così, a concludersi con un tasso inflazione dimezzato rispetto all'1,2% dell'anno precedente.

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