top of page

L’effetto Recovery fa volare il Pil

Istat/Le prospettive favorevoli dei prossimi mesi porteranno la produzione ai livelli pre-Covid



di Chiara De Felice

BRUXELLES. Porteranno una ventata di ottimismo in tutta l'Unione le prime previsioni economiche europee dall'avvio della campagna vaccinale. I contagi sono in calo dappertutto in Europa, le misure restrittive vengono progressivamente allentate e le riaperture di tutte le attività si moltiplicano di giorno in giorno in vista dell'estate, lasciando intravedere una normalità ormai praticamente a portata di mano. Tanto che anche l'Istat parla di "prospettive favorevoli" nei prossimi mesi, perché la fiducia sta tornando e la produzione industriale si avvicina a grandi passi verso i livelli prpandemici. Inoltre, a dare la spinta definitiva al quadro economico ci penserà il Recover fund, il cui impatto sul Pil, stimato fino a 3,5 punti, verrà per la prima volta misurato con precisione ed inglobato nelle stime economiche di Bruxelles. La situazione procede esattamente come l'aveva prevista la Commissione nelle ultime stime d'inverno, pubblicate a febbraio scorso. Dopo un primo trimestre di crescita ancora lievemente negativa (-0,4% nella Ue e in Italia, -0,5% nella zona euro), la ripresa si sta rafforzando e nella seconda metà dell'anno acquisterà maggior vigore grazie all'ottimo andamento delle campagne vaccinali e all'allentamento in anticipo delle misure di contenimento. Tutto punta quindi verso un rimbalzo più pronunciato del previsto nel secondo semestre, visto che i tasselli stanno andando al loro posto più in fretta di quanto ci si aspettasse. Quel 3,7% previsto nella Ue per il 2021 è quindi destinato a salire, forse anche oltre il 4% stimato dal Fondo monetario internazionale, perché le stime Ue includeranno la spinta del Recovery che può arrivare fino a 3,5 punti di Pil. Anche per l'Italia i numeri saranno molto migliori di quelli previsti a febbraio, cioè +3,4% nel 2021 e +3,5% nel 2022. Quelle stime, infatti, non tenevano conto degli investimenti del Recovery e prospettavano un ritorno alla crescita pre-Covid ben oltre il 2022. Il Recovery invece, spiegava il commissario all'economia Paolo Gentiloni qualche tempo fa, avrà sul Pil italiano un peso anche maggiore rispetto ad altri Paesi, perché il suo effetto è più alto per chi ha un Pil pro-capite sotto la media Ue. Le nuove previsioni potrebbero quindi facilmente vedere la crescita più alta di 3,5-3,6 punti, solo grazie ai fondi europei. Del resto, anche l'Istat vede per l'Italia una situazione in netta risalita. "La stabilizzazione delle vendite al dettaglio, il miglioramento delle attese della domanda di lavoro da parte delle imprese e della fiducia di famiglie e imprese concorrono a determinare prospettive favorevoli per i prossimi mesi", scrive l'istituto di statistica nella Nota mensile sull'andamento dell'economia italiana di aprile. L'Istituto di statistica ricorda che in Italia, nel primo trimestre, il Pil ha segnato una flessione inferiore a quella dell'area euro. E per quanto riguarda le imprese, "le aspettative per i prossimi mesi suggeriscono un generalizzato miglioramento". Anche il mercato del lavoro "continua a mostrare moderati segnali di miglioramento", sebbene permanga l'incertezza sul futuro del blocco dei licenziamenti. Inoltre, "stabilizzazione delle vendite al dettaglio e segnali positivi per la domanda di lavoro si sono accompagnati, ad aprile, a un miglioramento dell'indice del clima di fiducia dei consumatori diffuso a tutte le componenti". Segnali di ripresa ormai avviata arrivano anche dalla produzione industriale, che a marzo è calata appena dello 0,1% rispetto a febbraio. Non solo: il livello "resta inferiore dell'1,2% rispetto al valore registrato a febbraio 2020, mese precedente l'inizio della pandemia", segnala l'Istat, confermando la decisa risalita dal precipizio in cui era caduta l'economia da marzo dell'anno scorso.

Comments


bottom of page