L’Iran produce uranio metallico
- direzione167
- 5 giu 2022
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TEHERAN/SALE LA PREOCCUPAZIONE INTERNAZIONALE PER IL PROGRAMMA NUCLEARE. PRESSING SU BIDEN

di Cristoforo Spinella
ISTANBUL. Torna a crescere la preoccupazione internazionale per il programma nucleare dell'Iran. Mentre continua l'impasse con l'amministrazione Biden sul rientro degli Stati Uniti nell'intesa del 2015 , la Repubblica islamica ha avviato la produzione di uranio metallico, che può potenzialmente essere impiegato per produrre ordigni nucleari. Nella sua ultima ispezione, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica ne ha riscontrata una quantità pari a 3,6 grammi nell'impianto di Isfahan, ufficialmente per produrre combustibile per il reattore di ricerca nucleare di Teheran. Dopo l'allarme lanciato da Israele, secondo cui l'Iran potrebbe ottenere l'atomica in 2 anni, la nuova violazione dei limiti stabiliti dal Jcpoa suscita reazioni anche tra gli alleati degli ayatollah. "Comprendiamo la logica delle loro azioni e le ragioni che spingono l'Iran. Nonostante questo, è necessario mostrare moderazione e un approccio responsabile", ha avvertito oggi la Russia attraverso il suo viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov. Anche la Francia invita alla prudenza in un momento delicato per le possibili trattative con gli Usa. "Allo scopo di preservare lo spazio politico per la ricerca di una soluzione negoziata - dichiara il ministero degli Esteri di Parigi lanciamo un appello all'Iran a non prendere alcuna nuova misura che aggraverebbe ulteriormente la situazione sul piano nucleare". Intanto, lo stallo con Washington non accenna a sbloccarsi. "L'Iran non ha ancora visto segnali e gesti di buona volontà da parte della nuova amministrazione degli Stati Uniti", che si è mostrata diversa dalla precedente "a parole", ha sottolineato il presidente Hassan Rohani. Nella settimana in cui il Paese più colpito dal Covid-19 in Medio Oriente, con oltre 58 mila vittime, ha iniziato la campagna vaccinale con il siero russo Sputnik V, il capo del suo governo ha anche ricordato gli ostacoli posti all'acquisto dei vaccini da parte di Donald Trump, definendolo "un criminale al potere alla Casa Bianca". A poco più di quattro mesi dalle elezioni presidenziali, in cui non potrà ricandidarsi e dove appaiono al momento favoriti i fondamentalisti ostili a un compromesso con Washington, il margine di azione di Rohani appare però sempre più ristretto. Se gli Usa non revocheranno le sanzioni entro il 21 febbraio, il Parlamento di Teheran ha previsto anche la sospensione dell'applicazione volontaria del Protocollo addizionale agli accordi con l'Aiea
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