L’Italia leader nel riciclo dei rifiuti
- direzione167
- 5 giu 2022
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IL NOSTRO PAESE PRIMO CON UNA PERCENTUALE DEL 79% CONTRO UNA MEDIA IN EUROPA DEL 38%

di Anna Laura Bussa e Stefano Secondino
ROMA. "L'Italia è la superpotenza europea del riciclo dei rifiuti". Ermete Ralacci, ambientalista storico, la butta lì come uno slogan, presentando il rapporto sull'economia circolare in Italia della sua fondazione ecologista, Symbola. Eppure, bastano due numeri per dimostrare che non è soltanto una battuta. L'Italia ricicla il 79% dei suoi scarti, contro una media europea del 38%. La Germania, per dire, è al 43%. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ascolta le cifre e rilancia: "Col Recovery Plan vogliamo mantenere il vantaggio, dobbiamo essere i primi della classe". Secondo il Rapporto, l'Italia è il paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti, il 79%. Una percentuale di gran lunga superiore a quella di altri grandi Paesi come la Francia (56%) e la Germania (43%). E questo non solo per la "storica scarsità di materie prime e di approvvigionamento energetico", ma anche per l' introduzione di "processi innovativi" nel sistema delle imprese (soprattutto durante "la lunga recessione economica degli ultimi anni") e di alcuni modelli di governance, come quello dei Consorzi di riciclo, che si sono dimostrati "capaci di generare filiere produttive di qualità". L'intera filiera del riciclo vale complessivamente oltre 70 miliardi di euro di fatturato e impiega 213mila persone. Altro primato italiano è quello di "aver migliorato" ancora le proprie prestazioni (dal 2010 al 2018) "nonostante un tasso di riciclo già molto elevato", aumentandolo dell'8,7%. Riciclare vuol dire produrre con meno energia, e quindi minori emissioni di gas serra. Il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Le emissioni di CO2 evitate attraverso il riciclo di materia in Italia valgono l'85% delle emissioni di gas climalteranti dalla produzione elettrica nazionale (74,5 milioni di tonnellate). Le aziende del settore oggi sperano di usufruire dei fondi del Recovery Plan, o Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il rapporto di Symbola indica 5 possibili direzioni sulle quali investire: tecnologie avanzate per migliorare la qualità della raccolta differenziata; decarbonizzazione dei cicli produttivi, soprattutto con i biocombustibili; creazione di nuovi prodotti a base biologica, riciclati e riciclabili; digitalizzione dei processi di gestione delle materie seconde; realizzazione di hub ferroviari per evitare di trasportare le materie su gomma. "Nel Recovery Plan faremo tutto il possibile perché questa leadership italiana si confermi e si rinforzi - ha risposto il ministro Cingolani -. V ogliamo mantenere il vantaggio, dobbiamo essere i primi della classe". E quindi ha elencato le sue priorità per l'economia circolare: "Investire su nuove tecnologie, potenziare la nostra capacità di differenziare il rifiuto, di ricavarne energia o altri materiali, di produrre biocarburanti e idrogeno verde". E poi "digitalizzazione, logistica, impiantistica". "Ci sarà bisogno di ricerca e sviluppo - ha concluso il ministro -, e dovremo potenziare la nostra capacità di comunicare, di spiegare a tutti, giovani e adulti".
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