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L’italiano compra più di prima

Economia/Ultimo dei dati economici a salire: la fiducia dei consumatori



ROMA. Un rimbalzo ‘col botto’ per la fiducia dei consumatori, che vola ai massimi di un ventennio dopo il clima plumbeo della fase peggiore della pandemia. Un’uscita dalla recessione “anche superiore alle attese” secondo il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. E un saldo positivo di 830.000 posti di lavoro in Italia fra gennaio e agosto che avvicina l’obiettivo di recuperare i circa 900.000 persi durante la crisi. Se la crescita economica viaggia verso il 6% in larga parte per un effetto di rimbalzo dopo la maxi- recessione del 2020, per Visco i segnali indicano che l’economia italiana, “nonostante le debolezze in moltissimi campi, ha mostrato di essere vitale”. Dopo l’export al galoppo e la forte spinta del bilancio pubblico buone notizie arrivano anche dai consumi. Una fiducia così alta segnala infatti una probabile inversione di tendenza dopo la massiccia accumulazione di risparmi durante i lockdown e le restrizioni alla mobilità. L’Istat parla di “un diffuso ottimismo” nel clima economico e quello corrente, mentre il clima personale e quello futuro evidenziano aumenti più contenuti. Nel complesso, a settembre il clima di fiducia dei consumatori, passando a sorpresa da 116,2 a 119,6 dopo il calo di agosto, vola al top dal gennaio 1998, inizio della serie storica, mentre la fiducia delle imprese segna leggermente il passo (da 114,0 a 113,8). “Le preoccupazioni per la “quarta ondata” pandemica in corso non sembrano avere pesato sul morale delle famiglie”, spiega Paolo Mameli, senior economist Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. C’entrano anche le prospettive del lavoro: Istat segnala che le preoccupazioni relative alla disoccupazione sono calate al livello più basso dallo scoppio della pandemia. E Bankitalia dà conto di un saldo netto di 830.000 fra posti creati e cessazioni, superiore ai 689.000 posti creati nel 2019. 746.000 sono a termine, anche se il saldo considera anche i passaggi dei contratti a tempo indeterminato. E il numero delle cessazioni, secondo i dati di Bankitalia, “è rimasto modesto”, circa 10.000, nonostante la rimozione, dal 1° luglio, del blocco dei licenziamenti per circa quattro milioni di lavoratori a tempo indeterminato”. Un ritorno di ottimismo che trae probabilmente linfa dai ritmi serrati dell’agenda Draghi, con il sostegno delle autorità europee, e dalla forte spinta agli investimenti infrastrutturali che - secondo l’a.d. di Cdp Dario Scannapieco - saranno “uno dei motori della ripresa post- pandemia”. La Commissione europea, con il Next Generation Eu che - ha detto il commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni - alzerà gli investimenti pubblici in Europa a circa il 3,5% del Pil nel 2022, ai massimi di 10 anni, e non si ripeterà l’errore della crisi di 10 anni fa: la revisione della governance economica dell’Ue “difenderà anche negli anni successivi i livelli di investimento pubblico per la transizione verde e digitale”. La Bce, la cui stretta monetaria appare lontana se - come dice il Governatore Visco - il rialzo dei prezzi “è temporaneo” e l’inflazione tornerà a scendere dopo il 2021. E gli investimenti infrastrutturali finanziati dalla Banca europea degli investimenti con Cassa depositi e prestiti, ieri al centro di una conferenza del Club degli investitori di lungo termine D20-Ltic in cui Cdp ha riunito 23 istituzioni finanziarie di tutto il mondo per spingere investimenti in infrastrutture sostenibili. L’appello, rivolto anche al G20, è a massimizzare la leva delle partnership pubblico-privato, dove investimenti mirati “possono liberare il potenziale del settore privato” secondo il ministro dell’Economia Daniele Franco. Un meccanismo di derisking “di importanza cruciale per consentire la moltiplicazione delle risorse finanziarie e per ridurre il rischio percepito nell’ottica degli investitori privati”, ha spiegato Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp. Partnership indispensabile per il taglio delle emissioni.

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