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La Bce promuove le banche

Il «cane da guardia» di Bruxelles si complimenta con la gran parte dei maggiori istituti di credito europei


di Domenico Conti e Andrea d'Ortenzio



ROMA. Le banche europee escono dalla crisi pandemica solide: solo sei sono al di sotto del capitale richiesto. Ma devono comunque tenere la guardia alta: di fronte all'onda lunga della pandemia, la fine delle moratorie che rischia di far venire a galla una mole di crediti andati a male. E di fronte ai rischi di cyber attacchi che lo scontro sull'Ucraina rischia di intensificare. La Bce, dal 2014 'cane da guardia’ dei bilanci dei maggiori istituti di credito europei, quasi si complimenta con gran parte di questi al termine degli Srep, i Processi di revisione e valutazione prudenziale con cui i team di vigilanza passano al setaccio periodicamente i conti. La situazione "è molto migliore di quanto temessimo un anno fa", Ita/Battibecco con Ryanair in attesa dell’intesa Msc-Lufthansa La compagnia italiana offre la carta fedeltà al Ceo della low-cost irlandese O’Leary dice il presidente della Vigilanza bancaria Andrea Enria snocciolando i dati che alzano i requisiti di capitale Cet1 per il 2022 al 10,6% degli asset soppesati per i rischi, dal 10,5% dell'anno scorso, e valutano adeguata la situazione patrimoniale di 109 istituti su 115. Erano sei le banche al di sotto lo scorso settembre (contro nove un anno prima). E nei tre mesi finali del 2021 altre due si sarebbero messe in regola. Fra le italiane vigilate dalla Bce c'è il Montepaschi, con un requisito di capitale aggiuntivo 'di secondo pilastro’ per il 2022 al 2,,75% (alcuni analisti stimano un aumento di capitale da 2,5 miliardi) e Carige, al 3,25%. Enria, come raramente accade, si concede anche un commento su Montepaschi e Carige, nonostante la prima resti in mano al Tesoro e fatichi a trovare acquirenti. "Va visto molto positivamente il fatto che le banche che hanno avuto un grosso grosso impatto dalle crisi passate sono riuscite a fare progressi" - spiega - nel gestire l'eredità del passato e pulire i bilanci". Con alcune di esse nuovamente in grado di "accedere al mercato degli strumenti patrimoniali e trovare partner industriali, lo valuto positivamente ed è anche il risultato della nostra azione di vigilanza". Una valutazione cautamente positiva che conferma il venir meno, dal 2023, della deroga, introdotta agli inizi della pandemia per liberare credito all'economia, ai requisiti patrimoniali aggiuntivi definiti dalla 'Pillar 2 Guidancè. Enria, invece, non si sbilancia sul tema delle moratorie, in Italia a circa 27 miliardi con scadenza del regime attuale a marzo, cui si sommano circa 225 miliardi di garanzie pubbliche su prestiti alle imprese che scadono a giugno, e sui cui le banche chiedono a gran voce una proroga. Tocca a Bruxelles (e Roma) decidere, il presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce invita però le banche a "guardare oltre", cioè a mettere a bilancio i l valore dei prestiti, e cioè la valutazione di solvibilità dei clienti, come se l'aiuto pubblico non ci fosse. Ad appena il 2,2% dei prestiti totali, gli Npl, i crediti deteriorati che avevano fatto strage di bilanci (e di banche) negli anni successivi alla crisi precedente, mostrano che anche durante la pandemia, grazie al sostegno pubblico, le banche hanno continuato a fare pulizia. Ma attenzione - avverte il rapporto della Bce - "ci sono segni di deterioramento" ora che gli aiuti vengono tolti, specie verso le imprese particolarmente colpite come quelle del turismo, ricreazione, mobilità. Enria avverte poi che la pandemia non è del tutto finita: occhio alla gestione dei rischi e alla Governance, dove la Bce ravvisa mancanze anche in termini di presenza femminile. La politica monetaria della Bce che potrebbe presto cambiar direzione non preoccupa troppo il presidente della Vigilanza, anzi un rialzo dei tasi "aiuterebbe i margini d'interesse" delle banche. Ma un cambiamento brusco impatterebbe sui mercati, trasferendosi alle banche: serve gradualità. E poi c'è la situazione geopolitica: "non può non preoccupare" l'ipotesi di una guerra in Europa, se lo scontro fra Occidente e Russia sull'Ucraina sfuggisse di mano. E fra i report di intelligence che segnalano attacchi informatici russi in Ucraina che potrebbero estendersi, la Bce invita le banche a "rafforzare le misure di sicurezza informatica e prepararsi a un possibile aumento di cyber-attachi di qui in avanti".

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