La Bce teme una seconda ondata pandemica
- direzione167
- 5 giu 2022
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Il quadro macroeconomico già caotico è aggravato dai contagi record in Francia e Germania

ROMA. "Se riusciremo nel nostro obiettivo di contenere l'aumento dei contagi ed evitare chiusure più drastiche rimarremo nelle previsioni". Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri cerca di infondere fiducia sull'impatto della seconda ondata pandemica, e difende le stime della Nadef che vedono un 2021 in ripresa di oltre il 6%. Ma la situazione europea, con i contagi record in Francia e Germania che riportano i lockdown all'ordine del giorno, sta peggiorando rapidamente il quadro. Costringendo le istituzioni europee ad agire contro un nuovo shock economico: a partire dalla Bce, che nella riunione di domani potrebbe sorprendere, aprendo con decisione alla nuova ondata di acquisti di debito attesa a dicembre. L’utile vola a 1,2 miliardi Avanza la fusione con Psa di Amalia Angotti decise su dicembre per un ulteriore incremento del 'Pepp', il programma per l'emergenza pandemica di Francoforte: altri 500 miliardi oltre ai 750 iniziali, poi saliti a 1.350 comprimendo a dismisura i tassi d'interesse: nella fila di record (in negativo) dei titoli italiani, oggi è il Bot semestrale (6,5 miliardi in asta) a segnare un nuovo minimo storico a -0,478%. A dicembre, era il ragionamento, la Bce avrà sul tavolo le nuove stime di crescita per gli anni a seguire. Ma il quadro macroeconomico è quantomeno caotico e peggiora di giorno in giorno. In Francia, colpita da una fiammata dei contagi allarmante, e Germania, si fa strada un lockdown. L'Italia vara il coprifuoco per numerosi esercizi. Tutti, di fatto, fanno i conti con un quarto trimestre che si preannuncia durissimo per la crescita economica, fosse soltanto per i contagi elevati che inducono a stare a casa. Facendo dimenticare la crescita record del 10% nel terzo, quello dei mesi estivi che avevano riacceso la speranza di vedere la luce in fondo al tunnel, e con essa l'attività economica. C'è, come risposta, il recovery fund: anche se i fondi arriveranno a 2021 inoltrato, sta di fatto spingendo i bilanci dei partner europei verso manovre largamente espansive. C'è il primo esborso della cassa integrazione 'Made in Eu’ del fondo Sure. Ma come reazione immediata non basta e tocca alla Bce mobilitarsi. Perché il rischio non è solo un quarto trimestre in profondo rosso. Un dato molto negativo (che si scontra con la previsione di un +3,1% della stessa Bce) avrebbe un effetto trascinamento peggiorando l'intero 2021. Significherebbe il rischio di una doppia recessione dopo la caduta drammatica del Pil nel secondo trimestre: sarebbe un drammatico déjà vu della grande crisi finanziaria di un decennio fa per l'Italia. E metterebbe ancora più pressione sui prezzi: da -0,2% ad agosto l'Eurozona è passata a - 0,3% a settembre. Ottobre presenterà (con le stime Eurostat venerdì) un nuovo dato negativo che rischia di attivare l'allarme rosso a Franco- forte: il Covid è un potente acceleratore dei rischi di deflazione. Per questo Christine Lagarde, nella conferenza stampa di domani dopo il Consiglio direttivo, dovrà fare di più che traghettare i mercati verso l'appuntamento, definito da settimane ormai, di dicembre. Il segnale della presi- dente della Bce dovrà essere forte. Posto che i tempi tecnici (e il compromesso con i 'falchi) impediscono il lancio di una nuova tranche del Pepp già oggi, Lagarde potrebbe dire di aver già incaricato i comitati tecnici di studiare il 'Pepp-3'. Potrebbe non bastare: per spingersi oltre Lagarde potrebbe dire (come Draghi nel 2019) che in assenza di un miglioramento delle prospettive di crescita (che nessuno si aspetta) la Bce dovrà aumentare gli acquisti. Direbbe così che il Pepp aumenta a dicembre, senza dirlo espliticamente. Oppure potrebbe pasare all'azione: allentare ulteriormente i termini del maxi- prestito Tltro in vista della nuova asta del 9 dicembre, segno che a Francoforte non prendono i rischi alla leggera. "Idealmente, non dovremo aspettare il blog della Bce di venerdì perché il messaggio arrivi, forte e chiaro", scrive Frederik Ducrozet, economista di Pictet, Il gioco di aspettare un deterioramento ulteriore, per met- tere i falchi alle strette, sarebbe infatti molto rischioso.
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