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LA CAPTIVE :tratto da La Prisonnière , di Proust

di Simona Balduzzi


Titolo originale: La Captive Paese : Francia /Belgio Anno: 2000 Durata: 112' Regia : Chantal Akerman Sceneggiatura: Chantal Akerman, Eric de Kuyper dal romanzo di Marcel Proust Fotografia: Sabine Lancelin Scenografia: Christian Marti Interpreti: Stanislas Merhar (Simon), Sylvie Testud (Ariane), Olivia Bonamy (Andrée), Liliane Rovère (François), Françoise Bertin (la nonna), Aurore Clément (Léa, l'attrice), Ellizzette Duvall (Simone), Vanessa Larré (Hélène), Samuel Tasinaje (Levy)

Diretto da Chantal Akerman ed ispirato a La Prisonière di M. Proust , La Captive ritrae il morboso rapporto che il giovane Simon vive con la fidanzata Ariane: il senso di oppressione che aleggia sulla figura della ragazza è un’onta, che permea per tutta la durata del film con pedante cadenza. Psicologicamente dominata in tutte le sue mosse ( a tratti colma di una follia evanescente) , Ariane ha un’ unica fonte di evasione : l’ amica Andrea; peraltro altrettanto manipolata da Simon.

Ben sceneggiato nei dialoghi essenziali e accompagnato da musiche con chiaro prospetto ossessivo , La Captive mostra , nei primissimi piani e nei controcampi di un’ isterica ritualità, come sia sottile il limite che separa un tratto di personalità da un comportamento folle : senza ritrarsi a fattore didascalico - forte dei fermo immagine sui dettagli- il film racconta con passo cadenzato, l’ idea di perfezione, costituita in primis dal controllo. Di fronte ai sogni della ragazza, Simon cerca di ‘razionalizzare’ , di ‘spiegare’, ma senza mai afferrare davvero l’anima dell’amata: le psicologiche distanze tra i due , sono spesso amplificate da una sapiente sceneggiatura che utilizza elementi a richiamo inconscio . La regista e sceneggiatrice belga, si è fatta conoscere per Jeanne Dielman, 23 , qual du commerce , 1080, Bruxelles, (1975)- che partecipò alla 28esima edizione del Festival di Cannes; oltre che per La Chambre ( 1972) e Hotel Monterey ( 1973) . Già in Je, tu, ill, elle (1976), si evidenzia l’influenza dello sperimentalismo americano , quando la Akerman , fu a contatto con autori come Michael Snow, Andy Warhol e Stan Backhage .

In La captive tuttavia, viene mostrato un’erotismo meno esplicito, che dà peso più alle parole che ai corpi ; i doppi sensi qui si mostrano unicamente l’inevitabile ; mai ciò che può recare scandalo. La vera oscenità infatti, è scandita nella pedante presenza di Simon ‘che insegue’; ‘che chiede spiegazioni’ dettagliate; che vuole sapere, mosso dalla paranoia che l’amore della ragazza nei suoi confronti non sia vero . E nel mentre di questo struggimento, Simon avverte Ariane sfuggire come sabbia tra le mani...

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