La Giustizia unisce tutti
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
RIFORME/SALVINI E LETTA LEVANO LA VOCE DOPO L’ASSOLUZIONE DI UGGETTI

di Giovanni Innamorati
ROMA. Matteo Salvini si unisce al “mea culpa” fatto venerdì da Luigi Di Maio per la gogna a cui sottoposero l’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, per una inchiesta da cui è uscito assolto. Il leader della Lega invita il ministro di M5s, come passo conseguente, a procedere con la riforma della giustizia, non nella sede parlamentare come domenica scorsa aveva esortato a fare il presidente Mattarella, bensì sostenendo i referendum sulla giustizia che Lega e Partito Radicale lanceranno in settimana. L’invito-sfida di Salvini a Di Maio preoccupa le altre forze della maggioranza, con il segretario del Pd Enrico Letta che - pur tendendo la mano al dialogo - chiede piuttosto di “aiutare” il ministro Cartabia a portare avanti la mediazione con il Parlamento, per riforme essenziali per ottenere i fondi dall’Ue del Recovery Plan. Anche Salvini ha scelto la forma della lettera al direttore del Foglio - stesso quotidiano che solo 24 ore prima aveva ospitato la “svolta” garantista dell’esponente pentastellato - per esprimere apprezzamento per le parole di Di Maio che si è scusato con l’ex primo cittadino di Lodi: “Io stesso - racconta il leader della Lega - pochi giorni fa, avevo espresso solidarietà a Uggetti, che anche la Lega aveva criticato aspramente. Sono però convinto che, oltre alle scuse, servano azioni concrete”. “Credo - spiega infatti Salvini - che i tempi siano finalmente maturi, anche nella coscienza dell’opinione pubblica, per mettere mano a un settore vitale per la nostra democrazia e che non può più andare avanti come se nulla fosse” dopo gli “affaire” Palamara e Amara. Un impegno in sede di Commissione Giustizia della Camera dove si sta affrontando la riforma del processo penale? Non proprio, visto l’invito che Salvini lancia a Di Maio: “Propongo a Di Maio un impegno per sostenere i referendum che la Lega e il Partito radicale stanno preparando: mirano prima di tutto a restituire ai magistrati indipendenza”. E tra questi c’è quello sulla separazione delle carriere che non è nell’agenda del ministro Guardasigilli, che sta lavorando semmai alla riforma del Csm. La richiesta di accelerare sulle riforme della giustizia (il processo civile in commissione Giustizia del Senato, il processo penale e il Csm alla Camera) arriva dai capigruppo di Fi, Roberto Occhiuto e Annamaria Bernini. Quest’ultima, in particolare, chiede a Di Maio uno strappo da parte di M5s sulla prescrizione e sulla legge Bonafede del gennaio 2019, votata anche dalla Lega, con cui M5s stava al governo. Che la lettera di Di Maio al Foglio di venerdì possa preludere a una svolta del Movimento sulla giustizia sono in molti a chiederselo nei Palazzi, ma sembra più difficile che sollecitazioni come quelle di Bernini aiutino M5s a compierla. Preoccupatissimo il segretario del Pd Enrico Letta, il quale ricorda che senza la riforma della giustizia, tale da rendere i processi più rapidi, rischiamo di perdere i fodi dell’Ue. “Sono le condizioni chiave perché si modernizzi il Paese. Con la riforma della giustizia cerchiamo di attrarre gli investimenti, che oggi fuggono con una giustizia e una burocrazia lenta”. E poi l’appello a Di Maio di cui dice di aver “molto apprezzato” la lettera: “La giustizia è essenziale, il ministro Cartabia ha impostato bene la riforma, dobbiamo aiutarla a portarla avanti. Dobbiamo superare l’attuale sistema di autogoverno della magistratura, che non significa minare l’autonomia dei magistrati ma rafforzarla. Una Magistratura indebolita non fa bene il suo mestiere”.
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