La manovra al fotofinish
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
FRA 48 ORE NUOVE RIUNIONI. CONTE DIALOGA MA DIFENDE LE PREROGATIVE

di Michele Esposito
ROMA. Manovra e Recovery Plan con il rimpasto come convitato di pietra. Gli ultimi giorni del 2020 del premier Giuseppe Conte correranno su questi binari e avranno come, primo obiettivo, la chiusura della bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra martedì e mercoledì il capo del governo dovrebbe riunire i partiti di maggioranza per tirare le somme sui contenuti del documento che sarà poi destinato al Parlamento. Nel frattempo, arriva alla Camera il primo ok alla manovra, tra le polemiche dell’opposizione. La legge di bilancio sarà votata stasera per poi passare al Senato praticamente blindata. dato che manca meno di una settimana al rischio esercizio provvisorio. “Il governo dei record negativi ne sta per battere un altro: in questo secolo non era mai capitato, infatti, che la legge di bilancio terminasse la prima lettura la sera del 27 dicembre”, attacca la capogruppo al Senato di FI Anna Maria Bernini. A Palazzo Madama, però, sulla legge di bilancio non ci dovrebbero essere sorprese: non è sul testo della manovra che Iv farà le barricate. Ma l’inizio del 2021 è avvolto da diverse incognite: dal rimpasto alla legge elettorale fino alla delega ai Servizi, tutti dossier sui quali la tensione tra Conte e Matteo Renzi è tutt’altro che scemata. Anche perché, prima della pausa natalizia, il premier ha fatto capire che, se sulla struttura di missione del Recovery Plan ha ceduto, difficilmente lo farà sugli altri punti di attrito. “La crisi non è nelle mie mani, vado avanti finché c’è la fiducia dei partiti”, è il messaggio recapitato dal premier alle forze di maggioranza. Sui contenuti del Recovery Plan una quadra è possibile: i fondi sulla sanità, su richiesta praticamente di tutti i partiti, saranno sensibilmente aumentati anche per aggirare la trappola del Mes che Iv, se decidesse virare definitivamente verso la crisi, potrebbe portare in Parlamento da un momento all’altro, magari proprio in occasione del voto sul Recovery Plan. I 52 progetti del testo potrebbero essere ulteriormente razionalizzati anche perché sia Conte sia il ministro degli Affari Ue Enzo Amendola vogliono un numero ristretto di misure ma che siano davvero capaci di cambiare il Paese. Entro domani sera M5S, Pd, Iv e Leu dovrebbero inviare le proprie proposte a Palazzo Chigi. Poi, nel giro di una manciata d’ore, Conte potrebbe convocare un tavolo risolutivo. Entro il 30, massimo 31 dicembre, nei piani del governo il Cdm dovrebbe approvare il Recovery Plan, che a gennaio approderà in Parlamento. E lì Conte si potrebbe giocare il tutto per tutto arrivando, chissà, anche a chiedere nuovamente la fiducia alla sua maggioranza. Il nodo task force non entrerà invece nel testo sul quale il Cdm è chiamato a dare il via libera. La cabina di regia, così come era stata pensata dal premier, di fatti non c’è più. Nell’organo potrebbero finire i rappresentanti della maggioranza mentre sui 6 top manager il veto di Iv è fermissimo. Una clausola di salvaguardia sul monitoraggio sarà prevista ma il controllo del Parlamento sarà molto più rigido. Resta poi il nodo dei tavoli sull’agenda di governo. Il capitolo riforme costituzionali, per ora, è a un punto morto. Sulla legge elettorale M5S-Pd e Iv sono più distanti che mai. E poi c’è il fattore Covid: il Vax Day introduce ufficialmente in Italia il capitolo vaccini. Un capitolo sul quale Conte e il commissario Arcuri non possono permettersi ritardi. E con la tregua natalizia che si avvia alla fine anche la scuola potrebbe trasformarsi nell’ennesimo terreno di scontro interno alla maggioranza. “L’idea dei confronti è stata buona, ma ora Conte non può più sbagliare”, spiegava una fonte di governo del M5S subito dopo le riunioni sul Recovery.
















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