La pistola usata per gioco
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
IL TRAGICO INCIDENTE/DA ALCUNI DELLA TROUPE CON PROIETTILI VERI FUORI DAL SET DI RUST

di Serena Di Ronza
NEW YORK. La pistola che ha ucciso la direttrice della fotografia di Rust è stata usata “per divertimento” fuori dal set con proiettili veri prima della tragedia. Proprio munizioni reali erano depositate insieme a quelle a salve sul set, e sono state trovate dalla polizia. Mentre le indagini sul dramma che ha visto protagonista Alec Baldwin proseguono, nuovi dettagli emergono e potrebbero essere quelli cruciali per chiarire quanto accaduto a Santa Fe. I particolari rivelati da TMZ, se confermati, spiegherebbero la presenza di proiettili reali sul set a dispetto delle norme di sicurezza che li vietano in modo assoluto. A questo si sommerebbe l’inesperienza dell’armiere poco più che ventenne Hannah Gutierrez Reed, descritta come spericolata con le armi da chi ha lavorato con lei in precedenza. Alcune fonti riprese dai media americani riferiscono infatti che in passato, su un set, diede una pistola in mano a un’attrice di soli 11 anni senza controlli o istruzioni particolari. Anche la troupe di Rust aveva notato la sua scarsa cautela nel maneggiare le armi e l’aveva denunciata all’assistente alla regia Dave Halls, colui che ha consegnato la pistola a Baldwin e ha gridato ‘cold gun’, pistola scarica. Ma anche su Halls ci sarebbero delle ombre: nel 2019 fu oggetto di lamentele durante le registrazioni di due produzioni cinematografiche, accusato di mancato rispetto dei protocolli di sicurezza sulle armi e sugli effetti pirotecnici ma anche di comportamento inappropriato. La polizia non commenta il susseguirsi di indiscrezioni, aspettando di avere più elementi a disposizione e di terminare almeno gli esami preliminari delle prove raccolte, fra le quali l’abito di scena di Baldwin con macchie di sangue. L’attore sembra al momento scagionato dall’accusa peggiore, ovvero di aver agito volontariamente: le ricostruzioni delle autorità hanno infatti indicato che Baldwin non sapeva che la pistola fosse carica. Pur evitando imputazioni penali, la star rischia comunque azioni civili in quanto è uno dei maggiori produttori di Rust, pellicola a basso costo con un budget di soli 7 milioni di dollari. Ma nessuno sul set può ritenersi al sicuro da procedimenti simili perché chiunque potrebbe aver giocato un ruolo nella tragedia. “Non ritengo Alec Baldwin responsabile. La responsabilità è degli armieri che gestiscono le armi”, ha detto intanto Anatoly Androsovych, il padre della vittima Halyna Hutchins, pronto a volare negli Stati Uniti assieme alla moglie per offrire sostegno al nipote di 8 anni. Il bambino, insieme al papà e marito di Halyna, Matthew Hutchins, è già in New Mexico. I due sono stati visti insieme a un Baldwin evidentemente abbattuto mentre si allontanavano dall’albergo che li ospitava e hanno partecipato a un ristretta cerimonia privata in ricordo della donna. Una veglia con centinaia di persone si è invece svolta ad Albuquerque, dove molti addetti e operatori del cinema hanno agitato cartelli per chiedere maggiore sicurezza sui set in un’epoca in cui i computer possono creare effetti speciali infiniti, tanto più quelli di uno sparo. L’incidente sul set di Rust ha innescato in effetti un esame di coscienza collettivo a Hollywood, alimentando le richieste per un divieto delle armi sui set. Molti nel settore osservano però che Halyna non sarebbe morta se semplicemente fossero state rispettati i protocolli di sicurezza, che spesso invece vengono aggirati o del tutto ignorati per ridurre i costi. Anche nella dorata Hollywood.
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