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La prescrizione mina il governo


GIUSTIZIA/DI MAIO NON TRANSIGE SULLA LEGGE, IL PD VUOLE UN RILANCIO



di Cristina Ferrulli

ROMA. Il governo scricchiola sulla prescrizione con un muro contro muro tra M5s e gli altri partiti di maggioranza, Pd in testa. Mentre il premier Conte mostra ottimismo garantendo che si troverà “una soluzione” che tenga insieme la nuova prescrizione e la ragionevole durata dei processi, Luigi Di Maio non accenna a mediazioni. “La nostra riforma dall’1 gennaio diventa legge, su questo non discutiamo”, alza il muro il capo M5s che accusa il Pd pronto a presentare una propria riforma di voler fare un “Nazareno 2.0” con Fi e Lega.

Il Pd dal canto suo lancia un nuovo avvertimento chiarendo che a suo avviso “la situazione è grave” e anche Iv, l’altro ieri astenuto sull’urgenza al ddl Costa, avvisa che se la situazione non si risolve voterà con Forza Italia. La fibrillazione è tale da alzare l’allarme in maggioranza: il braccio di ferro porterà a una crisi di governo? “E’ assurdo che su una conquista di civiltà di questo tipo ci si possa interrogare sulla durata del governo”, dice il ministro Alfonso Bonafede, a testimoniare che M5s non cede neanche di fronte al rischio di elezioni. “La mia proposta” di mediazione “l’ho già presentata a inizio ottobre: mi aspetto lealtà dal Pd”, aggiunge. Ma qui iniziano i problemi, perché la proposta del ministro è stata respinta dagli altri partiti di maggioranza. “Sin qui l’unico segno di lealtà l’abbiamo dato noi negando l’urgenza” sulla proposta di legge Costa, ribatte Andrea Orlando. “Le soluzioni fin qui avanzate non garantiscono certezza dei tempi del processo. Bonafede dica se delle nuove proposte intende farle lui altrimenti le faremo noi”, avverte. In Consiglio dei ministri giovedì sera il Guardasigilli porterà la riforma del processo civile: potrebbe essere quella la sede per un nuovo confronto di maggioranza anche sul tema della prescrizione nel processo penale. Ma ad ora non risultano essere stati convocati vertici ad hoc. Conte prova a placare i toni dello scontro spiegando che le diverse esigenze possono trovare un compromesso perché i primi effetti del blocco della prescrizione si avranno in un arco di due anni e quindi nel frattempo si possono definire “misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo”. Ma il Pd è allarmato, a quanto si apprende, dalla mancanza di proposte da parte di Bonafede. “Il M5S non ha capito - spiegano al vertice del Pd - che se non ci danno risposte noi presenteremo la nostra riforma come emendamenti al ddl Costa che comunque a gennaio sarà in discussione alla Camera”. L’idea alternativa è presentare un emendamento al decreto milleproroghe che rinvii l’entrata in vigore del blocco della prescrizione. Lo prospetta anche Leu chiedendo una mediazione “se necessario anche rinviando l’entrata in vigore della norma”. Anche solo l’ipotesi porta Di Maio ad accusare Pd e Iv di intendenza con il nemico. E Alessandro Di Battista, ormai in asse con il ministro degli Esteri, rincara. “Se il Pd, con Salvini, Meloni, Berlusconi e Renzi dovesse bloccare la prescrizione - spiega - se ne assumerà le responsabilità. Io non credo che questo accadrà anche perché se si andasse al voto anticipato molti renziani resterebbero a casa, senza immunità”. Il leader Iv si dice pronto a votare la proposta di Fi: “Non ci inchineremo al populismo giudiziario imperan- te”. L’opposizione ha buon gioco a mettere il dito negli occhi della rissosa maggioranza. Fi, Fdi e Lega chiedono di rinviare il blocco della prescrizione. “La maggioranza vuole far scoppiare il processo, non il governo” accusa l’ex viceministro azzurro Enrico Costa che fa sapere come ieri, alla richiesta di Fi di calendarizzare subito una proposta delle opposizioni, “Fico è stato sgusciante, non ci ha neanche garantito che in commissione si concluda l’iter entro il 1 gennaio 2020".

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