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La Virginia a Youngkin, tracollo Dem

ELEZIONI/SCHIAFFO A BIDEN, IL CANDIDATO DEL GOP SOSTENUTO DA TRUMP TRIONFA A SORPRESA SULL’EX MCAULIFFE



di Ugo Caltagirone

WASHINGTON. Joe Biden non poteva immaginare un ritorno dall'Europa peggiore. I repubblicani infatti rialzano la testa sul fronte elettorale gettando nel panico i dem a un anno esatto dalle elezioni politiche di metà mandato. Il presidente americano è ancora in volo a bordo dell'Air Force One quando nella notte apprende i risultati usciti dalla urne della Virginia: il neofita della politica Glenn Youngkin, candidato sostenuto da Donald Trump, trionfa a sorpresa sull'ex governatore Terry McAuliffe. Questo in uno Stato che nel novembre scorso aveva visto l'attuale inquilino della Casa Bianca battere il tycoon con ben dieci punti di vantaggio. Un tracollo, una clamorosa batosta, titolano molti giornali, nonostante una campana elettorale ai massimi livelli condotta dai democratici col coinvolgimento in prima persona di personalità di spicco del calibro di Barack Obama e dei Clinton. Un colpo devastante per Biden, in un voto trasformatosi inevitabilmente in un vero e proprio referendum sui primi mesi della sua presidenza. Una sassata a cui si aggiunge l'esito ancora incerto nelle elezioni governatoriali in New Jersey, in cui la vittoria del democratico Phil Murphy sul repubblicano Jack Ciattarelli appariva scontata. Per non parlare del referendum fallito a Minneapolis per riformare radicalmente il dipartimento di polizia coinvolto nella morte di George Floyd: un tegola sulle aspirazioni della sinistra progressista e del movimento Black Lives Matter, ma anche sulle chance di portare a casa quella riforma a livello nazionale non a caso già bloccata in Congresso. Il volto desolato del presidente ripreso nella notte mentre scende dal Marine One sul prato della Casa Bianca dice tutto sul suo stato d'animo. Lui che solo poche ore prima nella conferenza stampa a margine della Cop 26 di Glasgow aveva assicurato "in Virginia vinceremo", condannandosi di fatto all'ennesima gaffe. E a poco serve per alleviare malumore e imbarazzo la notizia che i democratici si confermano nelle grandi metropoli come New York, che ha scelto l'ex poliziotto afroamericano Eric Adams per il dopo De Blasio, o Boston, che festeggia il primo sindaco donna. Per i democratici la sconfitta di questa tornata elettorale rappresenta non solo un campanello d'allarme e una minaccia per il controllo del Congresso nel novembre del 2022, ma getta un'ombra anche sulle chance di vincere di nuovo nelle presidenziali del 2024. Perché la debacle della Virginia, notano diversi commentatori, segna il collasso di quella coalizione della sinistra che nel 2020 ha portato Biden alla Casa Bianca, ma cementata quasi unicamente da un sentimento anti-Trump. E il duro scontro in atto tra moderati e progressisti sull'agenda Biden è la dimostrazione delle insanabili divisioni in casa dem. Possono sorridere invece i repubblicani. E se Trump non ha perso tempo nel prendersi tutti i meriti della vittoria in Virginia, di fatto tornata ad essere uno swing state dopo dieci anni di dominio democratico, il neogovernatore Youngkin è ora più di una speranza per il futuro di un partito che ha bisogno di emanciparsi dall'ex presidente. Pur accettando l'endorsement del tycoon, infatti, Youngkin lo ha tenuto a debita distanza, non coinvolgendolo in prima persona nella sua campagna elettorale.

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